domenica 17 aprile 2011

Rosarno / Tripodi a Bari sulla “rivoluzione” del suo comune La realtà cittadina è stata riportata agli amministratori Pd del Mezzogiorno (CO)

http://www.calabriaora.it/ 117/04/2011 Domenico Mammola ROSARNO La città di Rosarno, e la questione legalità, all’interno del “mezzogiorno di fuoco”. Elisabetta Tripodi, sindaco rosarnese, ha partecipato alla grande manifestazione di Bari di un settimana fa organizzata dalla classe dirigente meridionale del Pd. Nel Palamartino della città pugliese la Tripodi ha raccontato la realtà pianigiana al gotha di parlamentari e amministratori del mezzogiorno. «La città si confronta con il problema della legalità intesa come presenza pervicace della mafia. Mi sono interrogata sul significato della parole legalità, e penso che la cosa più complessa sia metterla in pratica, ovvero rispettare le regole, rispettare tutti; bisogna dare l’esempio, soprattutto noi amministratori con comportamenti impeccabili. La gente si è allontanata dalla politica, solo attraverso le buone pratiche amministrative possiamo far sì che i cittadini non considerino più la politica come malaffare». Secondo il sindaco Tripodi esiste «un sud sempre più povero, ai margini dell’agenda del governo, ci colpevolizziamo quasi perché noi riteniamo che i mali che subiamo siano quasi legati alla nostra genetica. Io vengo da una terra di ndrangheta e solo oggi si capisce quanto la ndrangheta sia penetrata in tutta Italia ed esportata all’estero. Sottovalutata, è cresciuta e oggi la gente ha paura, anche perché teme di avvicinarsi alla pubblica amministrazione, alla politica, perché spesso il voto è condizionato, le liste non sono pulite». La realtà rosarnese, pertanto, non è diversa da quella di un sud che arranca. «Mi ritengo un sindaco in trincea – ha chiarito la Tripodi - ho tanti beni confiscati ma non riusciamo a darli, benché ci siano cooperative, come Libera, ma non ci sono società che possano prendere in gestione questi beni restituendoli alla comunità». Una mafia come autentica priorità da affrontare, che «impedisce all’economia di svilupparsi» e allora c’è bisogno di una politica nazionale forte. A questo proposito il sindaco di Rosarno ha richiamato la classe dirigente del Pd «affinché intraprenda una lotta continua alla criminalità, con la costituzione di parte civile dei suoi amministratori nei processi di mafia, educazione alla legalità dalle scuole, solo con l’educazione ai ragazzi possiamo avere una speranza per il nostro sud. Credo che vada colmato il divario tra nord e sud, ma anche riempiendo di significato la parola legalità, così anche noi del sud potremo andare a testa alta verso il nostro futuro».