mercoledì 7 dicembre 2011

Emergenza Immigrazione



7 dicembre 2011 

Bonelli, Tripodi, Fabrizio, De Maria
ROSARNO – Il primo cittadino di Rosarno, durante una  conferenza stampa svoltasi stamattina presso palazzo “S. Giovanni”, ha chiesto formalmente «l’ausilio di tutte le Istituzioni competenti per dare un’accoglienza dignitosa ai circa 1000 migranti africani che si trovano “provvisoriamente” sul territorio medmeo». L’amministratrice ha inoltre auspicato che si evitino «i gratuiti ed allarmanti proclami populisti che potrebbero scaturire in episodi allarmanti per l’ordine pubblico», visto che la situazione, grazie anche alla mediazione dei sindacati e delle associazioni di volontariato presenti in città, risulta essere ampiamente sotto controllo.
La donna, affiancata da tutta la giunta comunale, precisando di non aver ricevuto “interrogazioni formali” da parte di partiti politici cittadini (riferendosi a “Fli” e “Grande sud”), ma di aver semplicemente letto dei proclami a mezzo stampa, ha spiegato che già lo scorso 4 ottobre aveva preso parte ad una tavola rotonda, tenutosi in Prefettura, per discutere della «programmazione delle misure da adottare per fronteggiare, sul versante dell’accoglienza, l’arrivo dei migranti sul territorio di Rosarno per la stagione agrumicola».
Durante la conferenza stampa, la Tripodi ha inoltre reso pubblico il contenuto di una raccomandata indirizzata, in data 23 novembre, al Prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varatta, al Presidente della Giunta Regionale, Giuseppe Scopelliti ed ai responsabili regionali del Settore Protezione Civile, il cui oggetto era: “La situazione arrivi degli extracomunitari stagionali sul territorio di Rosarno”. Nella missiva, si fa presente «che gli interventi del Comune si appalesano del tutto insufficienti rispetto alla realtà degli arrivi», e si spiega inoltre che «la situazione di degrado all’interno di alcuni immobili del centro storico, occupati abusivamente, costituisce motivo di preoccupazione per eventuali tensioni con gli abitanti».
Risulta chiaro quanto la gestione di una simile emergenza sia difficilmente affrontabile per un comune dell’estremo sud Italia di appena 15mila abitanti, alle prese, tra l’altro, con tagli governativi di oltre un milione di euro ed una crisi agrumaria che pesa sulle teste di tutta la cittadinanza. «Noi stiamo facendo tutto il possibile – ha precisato la Tripodi, sottolineando che – nonostante non sia stato ancora erogato (da parte della Regione Calabria) il rimborso delle spese sostenute per il campo dello scorso anno, il comune ha già fatto fronte a tutte le spese, e non risultano esserci creditori».
Le spese per il Campo d’Accoglienza dello scorso anno, sono state saldate con la rimanenza di alcuni fondi stanziati dal Ministero, durante la gestione commissariale, per far fronte all’emergenza post “Scontri”. Mentre, per le spese relative al Campo 2011, l’amministrazione ha pensato bene di inserire, nel bilancio comunale, dei fondi necessari per arginare (in attesa di aiuti più cospicui) la consueta emergenza che, da oltre 20 anni, vede protagonisti i migranti africani giunti in città per la raccolta agrumaria.
Elisebetta Tripodi, dando sfogo al suo senso d’appartenenza alla Città di Rosarno, ha spiegato che «oggi si lascia Rosarno sola, in attesa che qualche evento di rilevanza mediatica dia il via ad interventi tampone da parte degli organi competenti». Questo modo di affrontare le emergenze mette in luce «il “totale fallimento delle leggi nazionali sull’immigrazione”, che, ahinoi, trascendono dagli interventi delle singole amministrazioni comunali». Bisogna quindi prendere atto che quello di Rosarno è un problema cronico, ed alla cronicità si risponde «con interventi concreti e duraturi, con percorsi burocratici di lungo periodo».
Il sindaco ha chiuso la conferenza assicurando che «per quanto attiene alle catapecchie pericolanti del centro, è già stata adottata una necessaria ordinanza di sgombero, mentre un altro ordine è stato reiterato nei confronti dei proprietari dell’ex fabbrica abbandonata (e priva di ogni norma igienico-sanitaria) vicino al fiume Mesima, divenuta punto di riferimento degli africani dopo l’abbattimento della ex Rognetta». Da ricordare che uno sgombero delle stesse aree era stato già attuato durante lo scorso inverno, quando e l'amministrazione si attivò per far entrare i ragazzi muniti dipermesso di soggiorno all’interno della struttura di contrada “Testa dell’Acqua”.
Francesco Comandè