giovedì 13 dicembre 2012

Questione di civiltà


Le esternazioni del sottosegretario alla Protezione Civile Franco Torchia che, impropriamente, mi accusa di attribuire responsabilità alla Regione nella gestione dell'emergenza migranti, mi inducono ad una serie di precisazioni.
Accusare di speculazione politica i sindaci che ogni giorno si impegnano sul territorio a cercare di risolvere piccole o grandi emergenze, causate da decenni di sottovalutazione, è ingeneroso e puerile.
Trattare un'emergenza umanitaria come se fosse sempre responsabilità di altri, addirittura, del Ministro della Cooperazione Riccardi, assume i connotati di una difesa debole senza che ci sia stato alcun attacco se non la cruda realtà dei fatti.
Per amore di verità, è bene che si sappia che il Villaggio della Solidarietà è un'opera in costruzione che sarà completata nel 2013, su un bene confiscato alla mafia, grazie ai fondi del Ministero dell'Interno e non una fantasia del Ministro.
Vero è che il Presidente della Regione Calabria aveva promesso, il giorno dell'apertura del campo container di Testa dell'Acqua, (04.02.2011), che nella stagioni seguenti la protezione civile regionale ne avrebbe installati degli altri, in altri comuni della piana, per evitare una eccessiva pressione su Rosarno, dopo i tragici fatti del 07.01.2010, che hanno gettato discredito non solo sulla nostra città ma sulla regione tutta.
Allora mi ero illusa che si potesse instaurare un dialogo ed una collaborazione, a prescindere dalla diversa collocazione politica, perché vi sono delle situazioni e delle emergenze che chi amministra deve affrontare e risolvere quando giovano alla collettività.
Quest'anno io ed il mio collega di San Ferdinando, abbiamo riscontrato un atteggiamento di totale chiusura della Regione verso il nostro grido di allarme per una situazione che non è degna di un paese civile.
Si sta interrompendo quel percorso virtuoso di collaborazione fra enti ed associazioni che aveva permesso di affrontare l'emergenza stagionale, nella consapevolezza che occorrono un paio di anni, per la realizzazione di progetti infrastrutturali, sì finanziati nel 2012, ma non ancora cantierabili.
La nostra richiesta di aiuto finanziario per la tendopoli di San Ferdinando di circa 40.000 Euro, somma esigua per un bilancio regionale anche in tempi di difficoltà finanziarie, non è stata considerata.
Così come non è stata considerata neanche la richiesta di lenzuola o coperte, per coloro che vivono all'aperto.
Il Prefetto di Reggio Calabria, ha dovuto più volte rinviare il tavolo tecnico, per la mancanza dell'interlocutore Regione Calabria che, il 28 novembre scorso, nella persona del Dott. Zoccali, ha esplicitato l'impossibilità di qualunque forma di sostegno all'emergenza in atto.
Mi chiedo perché rifiutare qualsiasi forma di collaborazione quando molte risorse finanziarie spesso si perdono in mille rivoli?
Perché, invece di cercare una soluzione si esterna sui giornali, accusando di ingratitudine un sindaco che cerca in tutti i modi di evitare il ripetersi di situazioni e di tensioni sociali che non dovranno mai più esserci?
In un territorio già provato da una crisi gravissima dell'agrumicultura, credo che la Regione Calabria non possa esimersi dall'intervenire e non possa dire” ho già fatto la mia parte.”
Probabilmente, ci sono delle sensibilità diverse tra chi pensa che i problemi dei migranti e dell'accoglienza siano marginali per l'immagine di una Regione e siano solo dei territori che li ospitano e chi, invece, ritiene siano una questione di civiltà e di dignità umana che riconosce la solidarietà, come valore fondamentale per l'uomo e la multiculturalità come risorsa per la nostra nazione.


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