lunedì 6 ottobre 2014

Idee per il futuro del Paese




Signora presidente, Signora Ministro, on.le Sottosegretario e onorevoli deputati e colleghi riuniti ho provato ad immaginare come avrei potuto affrontare questo tema senza cadere nella banalità e nella vuota retorica, andando indietro nella memoria, al quel giorno, dove ognuno di noi ha prestato il giuramento di rito di osservare lealmente la Costituzione Italiana.
In quel momento siamo diventati i rappresentati effettivi delle nostre comunità, ne siamo divenuti i primi cittadini, i primus inter pares, coloro che devono dare l'esempio ed essere a servizio della collettività.
Siamo stati eletti per svolgere un compito gravoso, in una fase storica di sfiducia e disaffezione verso la politica e verso chi la fa. Da quel giorno ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo cominciato a lavorare cercando di svolgere il nostro mandato nel pieno rispetto delle leggi e per il bene comune.
E nell'amministrare, molti di noi, si sono trovati ad essere intimiditi, minacciati, non sempre in forma violenta ma anche tramite la delegittimazione del proprio operato, subdola arma che viene utilizzata per sfiancare e sfiduciare.
Perchè un comune sia “legale” non servono solo i piani anticorruzione e la trasparenza online, che aumentano gli adempimenti burocratici senza un ritorno effettivo in termine di prevenzione dei fenomeni corruttivi, serve invece, una produzione legislativa più chiara che abbia una strategia d'insieme e che eviti la stagnazione delle pratiche amministrative e il rimpallo delle competenze, dove non c'è chiarezza è più forte il rischio della discrezionalità che può sconfinare nell'arbitrio.
Nel parlare di legalità che non coincide solo con l'evitare il rischio d'infiltrazione mafiosa nei comuni ma ne è solo una parte, vorrei ricordare in questa aula i colleghi che negli ultimi anni sono morti sul campo, nell'esercizio del loro mandato, Angelo Vassallo e Laura Prati.
Entrambi vittime, pur se in contesti e motivazioni diverse, per aver applicato le regole in modo oggettivo.
Legalità significa non solo apparati di repressione ma anche prevenzione, i cittadini chiedono più sicurezza e, invece, subiamo il taglio dei presidi delle forze dell'ordine e i blocchi delle assunzioni nelle polizie locali, effettuati in modo ragionieristico e senza tener conto della realtà dei territori, solo per fare un esempio, nella mia città di 15.000 abitanti, collocata in un contesto territoriale dove forte è la presenza della criminalità organizzata e caratterizzata dal ricordo della rivolta degli immigrati nel 2010, è stato chiuso e trasferito altrove il Nucleo di prevenzione anticrimine della Polizia di Stato, lasciando sul territorio solo una tenenza dei carabinieri.
Legalità significa basta tagli alle risorse per gli enti locali perchè senza soldi non possono essere garantite le politiche sociali, gli aiuti ai più svantaggiati, a coloro che sono espulsi dal mondo del lavoro.
Legalità significa puntare sulle potenzialità economiche, in termini di sviluppo e occupazione del Porto di Gioia Tauro  
Legalità significa non consentire l'utilizzo del territorio in modo indiscriminato, proteggendo il suolo dai pericoli del dissesto idrogeologico ed evitare disastri annunciati.
Si parla moltissimo sugli organi di Stampa di corruzione e infiltrazione della criminalità all'interno dei comuni italiani, da sud a Nord, nessun territorio può dirsi immune, e nonostante l'esistenza di norme che da circa un ventennio disciplinano la materia, oggi, appare necessaria una loro rivisitazione.
Si è compreso che per battere le Mafie occorre colpirle nei loro interessi economici, negli affari, attraverso la confisca dei beni immobili e delle aziende ma la loro assegnazione ai comuni non ha funzionato né in termini di redditività ne in termini di effettivo utilizzo per finalità sociali. Troppi sono gli anni che passano dal sequestro all'affidamento al patrimonio comunale. Troppe sono le aziende che falliscono una volta che ad amministrarle sono i curatori, ingenerando un forte senso di sfiducia verso le istituzioni. Molti sono i pericoli che negli appalti pubblici si inseriscano, in un momento di crisi economica come quella attuale, imprese infiltrate dalla criminalità non solo in fase di aggiudicazione dei lavori ma sopratutto durante la loro esecuzione mediante i subappalti , anche qui le norme dovrebbero garantire la pubblica amministrazione coniugando la sicurezza con la celerità del compimento dell'opera.
E come non citare la norma sullo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose che andrebbe sicuramente riscritta per la parte riguardante il risanamento dell'Ente una volta dissolto il Consiglio Comunale, che, se rimane privo di risorse umane e finanziarie straordinarie, svincolate dal contesto locale, rischia di risolversi in un rimedio inutile.

Mi piacerebbe che da questo incontro nasca in noi tutti la consapevolezza che sia necessaria una formazione per gli amministratori comunali sui temi della legalità e sulla sicurezza nei nostri enti. Solo così eviteremmo quel rischio della sottovalutazione della pericolosità estrema di quei fenomeni criminali che si insinuano nella quotidiana economia, non per migliorarla ma per distruggere la concorrenza, il mercato avendo come unico obiettivo l'accumulo di ricchezza.
Chiediamo che il governo ed il Parlamento stiano accanto ai Sindaci, l'ossatura democratica dello Stato, ascoltando come oggi le nostre istanze che sono quelle dei cittadini italiani, perchè questo paese non potrà farcela senza la nostra collaborazione.
Non possiamo correre il rischio che nessuno voglia più assumersi l'onere e l'onore di fare il Sindaco.