mercoledì 21 marzo 2012

Premio Nazionale "AGENDA ROSSA"


Scritto da Valentina Di Cesare 
Mercoledì 21 Marzo 2012 
C’è un’Italia diversa da quella che ogni giorno riempie le prime pagine dei giornali e parte di quell’Italia   oggi era al Super Cinema di Chieti, alla Cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio Agenda Rossa. Neanche una poltrona libera, nessun posto riservato alla retorica, stavolta; del resto sulla legalità troppe volte si è  adagiata e si adagia  la polvere del chiacchiericcio di circostanza, alternato alla coltre pesante degli sfarzosi convegni in pompa magna.
Niente di tutto ciò oggi, ma  solo grandi esempi di impegno concreto nella lotta alla criminalità organizzata.  E’ iniziata con i saluti e la testimonianza di Salvatore Borsellino (nella foto) la giornata conclusiva del Premio Agenda Rossa, evento organizzato dall’Associazione Chieti Resiste e dalla Consulta Provinciale degli Studenti della Provincia di Chieti.
Il fratello del magistrato ucciso il 19 luglio 1992  sulla cui vicenda grava il peso di una verità ancora nascosta, ha raccontato di aver trascorso molti anni senza speranza, nè voglia di  lottare per contrastare il cancro della mafia. Dopo la morte del fratello, e l’occultamento di molte prove sull’attentato, Salvatore non aveva fiducia nel futuro, lasciandosi peraltro trasportare da un doloroso senso di colpa per aver  lasciato la sua Sicilia in gioventù e aver preferito scappare altrove invece di combattere. Ma i giovani, le generazioni future in cui Paolo riponeva le speranze hanno fatto sì che Salvatore tornasse a portarne il testimone anche stamattina. Il ricordo vivo del 19 luglio 1992 non ha tralasciato la memoria dei 5 ragazzi della scorta, vite senza più una vita, nè allora nè ora. “Non si possono proteggere i magistrati con una pistola” ha detto Salvatore Borsellino definendo l’Italia un paese infetto dal peccato originale, che nella “disgraziata Seconda Repubblica fondata sul sangue” ha materializzato l’accordo Stato- mafia senza battere ciglio. E’ rimasto sul palco insieme ai premiati, man mano chiamati a ricevere il riconoscimento.
Primo in ordine il giovane Giuseppe Martera, quattordicenne di Taranto vittima di pesanti episodi di bullismo, Premio Giovane Agenda Rossa. Le sue ”colpe” quelle di essere afflitto da malformazione congenita e quella ancora più infame di voler diventare magistrato, in un’area in cui la maggiore aspirazione per molti ragazzi, è di diventare un boss. Giuseppe è composto nel raccontare alcuni episodi che lo hanno reso vittima e  protagonista, nella sua delusione non c’è acredine ma una grande maturità specie quando afferma che “il grido dei cattivi è molto dannoso, ma mai quanto il silenzio dei buoni”.
Nel terreno fertile dell’imprenditoria la mafia sa di trovare spesso “luoghi ameni” per rimpinguare le tasche e controllare il territorio. Così Valeria Grasso imprenditrice palermitana, si è ribellata ad alcuni esponenti dei clan Lo Piccolo e Madonia che le chiedevano il pizzo e il Premio Agenda Rossa le ha consegnato il riconoscimento all’imprenditoria.  Anche quando stremata e impaurita Valeria decide di vendere la sua palestra i clan non si arrendono, ormai era deciso: avrebbe avuto sempre un prezzo da pagare.  Il coraggio di denunciare insieme alla voglia di non piegarsi a certe regole rendono Valeria ai nostri occhi una donna speciale , ma lei ci tiene a precisare “Non mi sento un eroe, ho fatto solo il mio dovere”.  Valeria e la sua famiglia vivono ogni giorno in costante rischio sotto molti punti di vista, ma l’imprenditrice assicura di non essersi mai pentita, e al contrario afferma che sarebbe stata peggio se solo si fosse piegata  ai meccanismi mafiosi.
Il Premio all’informazione è andato alla giornalista campana Maddalena Natale, un sorriso e una gioia di vivere che hanno il potere di spezzare in un attimo l’umana paura. Marilena scrive per la Gazzetta di Caserta,è  madre di due figli e dal 2011 è vittima di minacce e intimidazioni, con la “colpa” di svolgere il proprio lavoro senza filtri, impugnando una penna che non cede ai  favori dei clan. Marilena ha rifiutato la scorta, nonostante i rischi che ogni giorno corre insieme alla sua famiglia, crede che l’impiego delle forze dell’ordine nella sua terra debba essere usato per scopi più urgenti. “Lo stato siamo noi, le persone per bene” ha detto alla consegna del premio, dimostrando che il coraggio è un’arma che il vero  giornalista non può perdere in nessuna battaglia.   “Non ci possono uccidere tutti” ha concluso, e il suo sorriso non ha lasciato spazio ad altre parole.
Per la sezione  musica il Premio Agenda Rossa ha pensato agli Afterhours la band milanese che all’attualità, alla politica e alla mancanza di punti di riferimento per la società, ha dato spesso risalto nei propri testi. Un messaggio quello degli Afterhours sottile e pungente verso una società in cui anche la critica è moda,  e per questo si svuota del suo vero valore non avendo spesso corresponsione nei fatti. “Non bisognerebbe diventare degli eroi per ottenere un po’ di dignità” ha detto Manuel Agnelli nel ricevere il premio, facendo il verso a se stesso nella bellissima “Riprendere Berlino” quando si chiede “Non sarebbe eroico, non essere degli eroi?”.
A Elisabetta Tripodi, Sindaco di Rosarno è andato il Premio Agenda Rossa alla politica. Il primo cittadino della città calabrese balzata sulle cronache nazionali nel 2008, dopo le manifestazioni di protesta degli immigrati sfruttati dai loro “caporali” e costretti a lavorare in condizioni disumane,  vive da mesi sotto scorta con la colpa di aver denunciato ai carabinieri le intimidazioni ricevute da parte di Rocco Pesce, boss della ‘ndrangheta detenuto dall’81. Ma Elisabetta afferma “Non potevo rimanere alla finestra a guardare la mia città distrutta da tanto dolore”.
All’Associazione Resistenza di Scampia rappresentata da Ciro Corona, è andato il  riconoscimento del Premio Agenda Rossa  per le Associazioni che operano in aree difficili, dove la mafia ha pervaso capillarmente ogni angolo ma dove il coraggio e la verità sono la risposta per un vero cambiamento. Uno sportello anticamorra innanzitutto  che l’Associazione ha aperto per dare spazio a denunce di atti intimidatori, minacce, violenze. La paura è forse l’ostacolo maggiore insieme alla mancanza di prospettiva e spesso i giovani di Scampia non hanno la forza di affrontarle, optando così  per la strada più facile.  L’Associazione Resistenza lavora ogni giorno con loro, per liberare i più piccoli dal giogo forzato a cui sono condannati, accompagnandoli a scuola e mostrando loro un mondo diverso, che esiste e resiste. L’aiuto è rivolto anche ai giovani appartenenti alle famiglie mafiose che con le attività dell’associazione hanno avuto modo di cambiare la propria prospettiva, il proprio sguardo sulla vita.  “Dobbiamo  cambiare l’immaginario comune su Scampia e sulla Campania, perchè in questa terra si coltiva anche il coraggio” ha detto Ciro Corona quando visibilmente emozionato, ha ricevuto il premio.
Il riconoscimento Agenda Rossa d’Oro è andato ex aequo a Giovanni Conso e Pippo Giordano, Magistrato del DDA di Napoli il primo e Ispettore della DIA di Palermo ora in pensione il secondo. Le testimonianze dei due premiati hanno conquistato  la sala del Super Cinema, nel descrivere le azioni che la magistratura e le Direzioni Investigative compiono ogni giorno per combattere la criminalità organizzata.
Nel rischio di non sembrare retorica mi sono dilungata un po’ troppo.
E’ che le parole tradiscono quando si è  spettatori di un evento come quello di stamattina: l’emozione, il desiderio di  sapere, la stima, la consapevolezza  hanno angoli  speciali dove  forse  è meglio non scavare oltre, non sull’onda della commozione. E’ nell’ incontrare queste persone esemplari che da oggi sono ancora più convinta che un  cambiamento c’è, è palpabile, è vivo, ed è un dovere che tutti prima o poi iniziamo a sentirci addosso. E chi osa negarlo commette un doppio errore, nuocendo a chi ha scelto il coraggio  in  passato, e a chi lo ha scelto  nel presente.
Da oggi alla voce “coraggio”  sul vocabolario della mia vita, avrò molto da aggiungere.