Come si arriva all'emergenza
Da mesi le associazioni e i
comuni della Piana di Gioia Tauro sollecitano un incontro con la Regione Calabria
per affrontare le questioni che da anni si ripetono in occasione della stagione
di raccolta di kiwi ed agrumi.
Lo scorso anno l'attenzione
del Governo accanto ai Comuni interessati (Rosarno e San Ferdinando) portò all'apertura di una tendopoli nel Comune
di San Ferdinando per l'accoglienza di circa 280 lavoratori stagionali, il
risanamento del centro storico di Rosarno, occupato da centinaia di migranti
che vivevano in case diroccate e fatiscienti in pessime condizioni igienico
sanitarie e lo sgombero di alcuni opifici dismessi ove in baracche di fortuna
ed in piccole tende da campeggio, vivevano in centinaia. Sono state risposte
iniziali che hanno realizzato interventi positivi per una situazione che da
oltre quindici anni era andata sempre più degradandosi nella mancanza di
gestione e nel disinteresse.
Abbiamo con speranza visto
l'inizio di un percorso nuovo per trovare soluzioni sia alla dura condizione
dei lavoratori stagionali, che al settore del lavoro agricolo sempre più
colpito dalla crisi generale. Questo percorso aveva bisogno di essere
continuato.
Il Prefetto di Reggio
Calabria più volte sollecitato dai sindaci e dalle associazioni della Piana, ha
convocato la Regione
Calabria affinchè si assumesse le sue responsabilità nel
progettare e finanziare interventi atti a continuare una positiva gestione di
questa realtà che pure in un tempo di crisi rappresenta un'opportunità
economica della zona.
Dalla Regione Calabria
invece, non è giunta nessuna risposta, c'è stata solo una semplice e fredda
indifferenza. I vari incontri convocati in Prefettura a Reggio Calabria, sono
stati puntualmente rinviati per l'assenza di un interlocutore fondamentale
quale la Regione
Calabria , segno questo, che fa pensare che allo stato attuale
non ci sia l'intenzione di affrontare il problema.
Intanto la situazione della
tendopoli a San Ferdinando diventa ogni giorno più problematica: l'ente gestore
a cui era affidata, ha una convenzione scaduta a giugno scorso e mai rinnovata,
anche se nel frattempo, ha continuato comunque a prendersi cura della struttura
anticipando le relative spese; nessuno finanzia più nulla da mesi.
Nella zona continuano ad
arrivare lavoratori stranieri; oltre un
centinaio , non trovando la consueta sistemazione nelle case diroccate del
centro storico di Rosarno e negli opifici ormai dismessi, hanno iniziato ad accamparsi
all’interno e all’esterno della tendopoli in condizioni precarie. Sono sorte circa
40 capanne di legno ricoperte con teli di plastica, da qualche giorno ha
iniziato a piovere copiosamente ed il freddo comincia a farsi sentire.