ROSARNO
– Non potevano non viversi dei momenti di gioia e commozione, nella
mattinata di oggi, nei pressi del tratto di strada che collega la
Ss18 alla Ss 281, conosciuto, in passato, come “Bivio della
Madonnina” (oggi sostituito da una più funzionale e moderna
rotatoria), per l’iniziativa che ha visto la collocazione di una
nuova statua della “Madonna nera di Patmos” (protettrice
della cittadina medmea) dopo circa 2 anni di attesa, dovuti al
danneggiamento, durante i lavori di ammodernamento della zona, della
vecchia scultura sacra.
L’intera
cittadinanza si è ritrovata in piazza Duomo per la consueta messa
domenicale, alla quale è seguita una processione simbolica che,
passando per la via Carrara, è giunta al capolinea intorno alle ore
12:00. Qui si è assistito all’inaugurazione ed alla benedizione
del nuovo monumento che da oggi veglierà sulla città.
Davanti
ad una vasta folla di cittadini ed associazioni, prima che la statua
venisse benedetta, il primo cittadino Elisabetta Tripodi ha pensato
bene di ringraziare «tutti coloro i quali hanno dato il proprio
contributo affinché si giungesse a questa inaugurazione: operai,
maestranze, ditte che hanno lavorato al progetto ed un particolare e
commosso saluto è andato al geometra Giovanni Zurzolo, direttore dei
lavori scomparso nei giorni scorsi e che aveva condiviso con questa
amministrazione, fin da subito, la necessità di far tornare la
Madonna al proprio posto, trovando il modo di saldare la storia alle
esigenze architettoniche odierne».
Un
grazie è poi andato al neo assessore Calarco, «vero motore ed
artefice della scelta di questa opera d’arte, il quale si è recato
a Milano più volte, individuando, congiuntamente agli uffici,
l’artista (presente alla cerimonia) che ha eseguito magistralmente
questa commissione: il cubano Ruben Dario Medina, in arte “RDario”,
che ha dato prova della sua bravura artistica nel migliore dei modi.
Il
discorso del sindaco si è poi spostato sulla necessità di
riscoprirsi comunità: «ciò che serve alla nostra città – ha
chiosato la donna – è uno scatto etico da parte di tutta la
cittadinanza, che riesca ad inculcare, tra la gente, un forte senso
di appartenenza alla città».
La
partecipazione di così tanta gente alla cerimonia d’inaugurazione
della nuova “Madonnina”, «per la quale ci siamo battuti dal
primo momento del nostro mandato amministrativo», – ha continuato
la Tripodi – «è la dimostrazione più concreta di quanto sia
necessario il profondo convincimento che l’esercizio della
cittadinanza sia una cerniera essenziale per la tenuta della società
civile e per il buon governo delle città».
Nel
1950, dopo 15 giorni di grandi festeggiamenti, la prima statuetta in
miniatura della “Madonna nera di Patmos”, fu posta in questo
bivio (allora chiamato “Morabito”) e da quel momento esso ha
rappresentato, per la cittadinanza intera, un simbolo.
Nel
corso degli anni, quella statuetta fu sostituita da una più piccola,
rimasta a vegliare sul popolo rosarnese fino alla sua ultima
rimozione, dovuta ai lavori di ammodernamento dell’area che hanno
portato all’abbattimento dell’aiuola ed alla nascita di una
rotatoria.
«Nel
progetto ereditato– ha concluso l’amministratrice – non era
previsto che la Madonna tornasse al suo posto, noi abbiamo provveduto
a colmare quella differenza, visto che crediamo che debbano essere
proprio quei simboli dell’identità che hanno contraddistinto la
nostra storia a guidarci verso un futuro migliore. Dobbiamo si
accettare i cambiamenti, infatti la statua non è uguale a quella di
un tempo, ma se il mutamento viene apportato guardando alla
tradizione, non potremo far altro che guadagnarci. Anche se si tratta
di una statua diversa saprà rappresentare ugualmente il simbolo di
Rosarno, perché se non c’è passato non ci può essere unione
futura».
Francesco
Comandè