domenica 13 gennaio 2013

La custode della nostra Città


ROSARNO – Non potevano non viversi dei momenti di gioia e commozione, nella mattinata di oggi, nei pressi del tratto di strada che collega la Ss18 alla Ss 281, conosciuto, in passato, come “Bivio della Madonnina” (oggi sostituito da una più funzionale e moderna rotatoria), per l’iniziativa che ha visto la collocazione di una nuova statua della “Madonna nera di Patmos” (protettrice della cittadina medmea) dopo circa 2 anni di attesa, dovuti al danneggiamento, durante i lavori di ammodernamento della zona, della vecchia scultura sacra.
L’intera cittadinanza si è ritrovata in piazza Duomo per la consueta messa domenicale, alla quale è seguita una processione simbolica che, passando per la via Carrara, è giunta al capolinea intorno alle ore 12:00. Qui si è assistito all’inaugurazione ed alla benedizione del nuovo monumento che da oggi veglierà sulla città.
Davanti ad una vasta folla di cittadini ed associazioni, prima che la statua venisse benedetta, il primo cittadino Elisabetta Tripodi ha pensato bene di ringraziare «tutti coloro i quali hanno dato il proprio contributo affinché si giungesse a questa inaugurazione: operai, maestranze, ditte che hanno lavorato al progetto ed un particolare e commosso saluto è andato al geometra Giovanni Zurzolo, direttore dei lavori scomparso nei giorni scorsi e che aveva condiviso con questa amministrazione, fin da subito, la necessità di far tornare la Madonna al proprio posto, trovando il modo di saldare la storia alle esigenze architettoniche odierne».

Un grazie è poi andato al neo assessore Calarco, «vero motore ed artefice della scelta di questa opera d’arte, il quale si è recato a Milano più volte, individuando, congiuntamente agli uffici, l’artista (presente alla cerimonia) che ha eseguito magistralmente questa commissione: il cubano Ruben Dario Medina, in arte “RDario”, che ha dato prova della sua bravura artistica nel migliore dei modi.
Il discorso del sindaco si è poi spostato sulla necessità di riscoprirsi comunità: «ciò che serve alla nostra città – ha chiosato la donna – è uno scatto etico da parte di tutta la cittadinanza, che riesca ad inculcare, tra la gente, un forte senso di appartenenza alla città».
La partecipazione di così tanta gente alla cerimonia d’inaugurazione della nuova “Madonnina”, «per la quale ci siamo battuti dal primo momento del nostro mandato amministrativo», – ha continuato la Tripodi – «è la dimostrazione più concreta di quanto sia necessario il profondo convincimento che l’esercizio della cittadinanza sia una cerniera essenziale per la tenuta della società civile e per il buon governo delle città».
Nel 1950, dopo 15 giorni di grandi festeggiamenti, la prima statuetta in miniatura della “Madonna nera di Patmos”, fu posta in questo bivio (allora chiamato “Morabito”) e da quel momento esso ha rappresentato, per la cittadinanza intera, un simbolo.
Nel corso degli anni, quella statuetta fu sostituita da una più piccola, rimasta a vegliare sul popolo rosarnese fino alla sua ultima rimozione, dovuta ai lavori di ammodernamento dell’area che hanno portato all’abbattimento dell’aiuola ed alla nascita di una rotatoria.
«Nel progetto ereditato– ha concluso l’amministratrice – non era previsto che la Madonna tornasse al suo posto, noi abbiamo provveduto a colmare quella differenza, visto che crediamo che debbano essere proprio quei simboli dell’identità che hanno contraddistinto la nostra storia a guidarci verso un futuro migliore. Dobbiamo si accettare i cambiamenti, infatti la statua non è uguale a quella di un tempo, ma se il mutamento viene apportato guardando alla tradizione, non potremo far altro che guadagnarci. Anche se si tratta di una statua diversa saprà rappresentare ugualmente il simbolo di Rosarno, perché se non c’è passato non ci può essere unione futura».
Francesco Comandè