Signora
presidente, Signora Ministro, on.le Sottosegretario e onorevoli
deputati e colleghi riuniti ho provato ad immaginare come avrei
potuto affrontare questo tema senza cadere nella banalità e nella
vuota retorica, andando indietro nella memoria, al quel giorno, dove
ognuno di noi ha prestato il giuramento di rito di osservare
lealmente la Costituzione Italiana.
In
quel momento siamo diventati i rappresentati effettivi delle nostre
comunità, ne siamo divenuti i primi cittadini, i primus inter pares,
coloro che devono dare l'esempio ed essere a servizio della
collettività.
Siamo
stati eletti per svolgere un compito gravoso, in una fase storica di
sfiducia e disaffezione verso la politica e verso chi la fa. Da quel
giorno ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo cominciato a
lavorare cercando di svolgere il nostro mandato nel pieno rispetto
delle leggi e per il bene comune.
E
nell'amministrare, molti di noi, si sono trovati ad essere
intimiditi, minacciati, non sempre in forma violenta ma anche tramite
la delegittimazione del proprio operato, subdola arma che viene
utilizzata per sfiancare e sfiduciare.
Perchè
un comune sia “legale” non servono solo i piani
anticorruzione e la trasparenza online, che aumentano gli adempimenti
burocratici senza un ritorno effettivo in termine di prevenzione dei
fenomeni corruttivi, serve invece, una produzione legislativa più
chiara che abbia una strategia d'insieme e che eviti la stagnazione
delle pratiche amministrative e il rimpallo delle competenze, dove
non c'è chiarezza è più forte il rischio della discrezionalità
che può sconfinare nell'arbitrio.
Nel
parlare di legalità che non coincide solo con l'evitare il rischio
d'infiltrazione mafiosa nei comuni ma ne è solo una parte, vorrei
ricordare in questa aula i colleghi che negli ultimi anni sono morti
sul campo, nell'esercizio del loro mandato, Angelo Vassallo e Laura
Prati.
Entrambi
vittime, pur se in contesti e motivazioni diverse, per aver applicato
le regole in modo oggettivo.
Legalità
significa non solo apparati di repressione ma anche prevenzione,
i cittadini chiedono più sicurezza e, invece, subiamo il taglio dei
presidi delle forze dell'ordine e i blocchi delle assunzioni nelle
polizie locali, effettuati in modo ragionieristico e senza tener
conto della realtà dei territori, solo per fare un esempio, nella
mia città di 15.000 abitanti, collocata in un contesto territoriale
dove forte è la presenza della criminalità organizzata e
caratterizzata dal ricordo della rivolta degli immigrati nel 2010, è
stato chiuso e trasferito altrove il Nucleo di prevenzione
anticrimine della Polizia di Stato, lasciando sul territorio solo una
tenenza dei carabinieri.
Legalità
significa basta tagli alle risorse per gli enti locali perchè
senza soldi non possono essere garantite le politiche sociali, gli
aiuti ai più svantaggiati, a coloro che sono espulsi dal mondo del
lavoro.
Legalità significa puntare sulle potenzialità
economiche, in termini di sviluppo e occupazione del Porto di Gioia
Tauro
Legalità
significa non consentire l'utilizzo del territorio in modo
indiscriminato, proteggendo il suolo dai pericoli del dissesto
idrogeologico ed evitare disastri annunciati.
Si
parla moltissimo sugli organi di Stampa di corruzione e infiltrazione
della criminalità all'interno dei comuni italiani, da sud a Nord,
nessun territorio può dirsi immune, e nonostante l'esistenza di
norme che da circa un ventennio disciplinano la materia, oggi, appare
necessaria una loro rivisitazione.
Si
è compreso che per battere le Mafie occorre colpirle nei loro
interessi economici, negli affari, attraverso la confisca dei beni
immobili e delle aziende ma la loro assegnazione ai comuni non ha
funzionato né in termini di redditività ne in termini di effettivo
utilizzo per finalità sociali. Troppi sono gli anni che passano dal
sequestro all'affidamento al patrimonio comunale. Troppe sono le
aziende che falliscono una volta che ad amministrarle sono i
curatori, ingenerando un forte senso di sfiducia verso le
istituzioni. Molti sono i pericoli che negli appalti pubblici si
inseriscano, in un momento di crisi economica come quella attuale,
imprese infiltrate dalla criminalità non solo in fase di
aggiudicazione dei lavori ma sopratutto durante la loro esecuzione
mediante i subappalti , anche qui le norme dovrebbero garantire la
pubblica amministrazione coniugando la sicurezza con la celerità del
compimento dell'opera.
E
come non citare la norma sullo scioglimento dei comuni per
infiltrazioni mafiose che andrebbe sicuramente riscritta per la parte
riguardante il risanamento dell'Ente una volta dissolto il Consiglio
Comunale, che, se rimane privo di risorse umane e finanziarie
straordinarie, svincolate dal contesto locale, rischia di risolversi
in un rimedio inutile.
Mi
piacerebbe che da questo incontro nasca
in noi tutti la consapevolezza che sia necessaria una formazione per
gli amministratori comunali sui temi della legalità e sulla
sicurezza nei nostri enti. Solo così eviteremmo quel rischio della
sottovalutazione della pericolosità estrema di quei fenomeni
criminali che si insinuano nella quotidiana economia, non per
migliorarla ma per distruggere la concorrenza, il mercato avendo come
unico obiettivo l'accumulo di ricchezza.
Chiediamo
che il governo ed il Parlamento stiano accanto
ai Sindaci, l'ossatura democratica dello Stato, ascoltando come oggi
le nostre istanze che sono quelle dei cittadini italiani, perchè
questo paese non potrà farcela senza la nostra collaborazione.
Non possiamo correre il rischio che nessuno voglia più
assumersi l'onere e l'onore di fare il Sindaco.