venerdì 25 marzo 2011

Il Sindaco in commissione Agricoltura di Montecitorio

Per il mezzogiorno d’Italia, per la piana di Rosarno in particolare, l’agricoltura rappresenta la fonte principale di reddito per le famiglie. La crisi del settore si riflette pertanto direttamente e con effetti devastanti sul tessuto sociale e sugli equilibri economici. La crisi  ha raggiunto in questa stagione livelli non più sopportabili e le ricadute si fanno sentire soprattutto sulla manodopera stagionale che, nel nostro territorio, è fortemente caratterizzata da forza lavoro immigrata. In assenza di interventi straordinari si rischia il collasso: sono troppi i nuclei familiari senza reddito e non allarmistico dire che potrebbero determinarsi nuove tensioni sociali. Al governo chiediamo di intervenire con urgenza per riportare l’agricoltura del Mezzogiorno tra le priorità dell’azione di Governo. E’ una sfida fondamentale!


mercoledì 2 marzo 2011

Se anche Rosarno (RC) ha la sua regina (sindaco): Elisabetta Tripodi





L’apoteosi di Elisabetta Tripodi.Torna la democrazia ed anche la speranza in un mondo migliore?



MA A ROSARNO, PUÓ VINCERE ANCHE UNA DONNA

Domenico Salvatore



In illo tempore, avevamo detto e scritto che la civile e democratica Rosarno; la città degli onesti, della new generation, sarebbe stata capace di ritrovare la bussola. Scripta manent, verba volant. Sarebbe sterile, monotono ed improduttivo se non controproducente negare, che a Rosarno esista la mafia. Sarebbe come volersi arrampicare sugli specchi o discutere sul sesso degli angeli. Lo Stato c’è, però; si vede e si tocca. Il ritorno alle urne dopo la parentesi buia ed opaca dello scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose. La ‘ndrangheta a Rosarno era targata Pesce-Bellocco-Ascone e satelliti vari, tanto per intenderci.

Lo ha certificato per decenni, la Commissione Parlamentare Antimafia diretta dai vari: Paolo Rossi, Nicola Lapenta, Abdon Alinovi, Donato Pafundi, Francesco Cattanei, Luigi Carraro, Gerardo Chiaromonte, Luciano Violante, Tiziana Parenti, Ottaviano Del Turco, Giuseppe Lumia, Roberto Centaro, Francesco Forgione, Beppe Pisanu; ( quella attuale, a titolo di cronaca è formata da Presidente, Pisanu Beppe, PdL, Senatore; Vicepresidenti: De Sena Luigi, PD, Senatore, Granata Benedetto Fabio, PdL, Deputato; Segretari Vallardi Gianpaolo, LNP, Senatore, Genovese Francantonio, PD, Deputato; Componenti Senatori: Armato Teresa, PD • Carofiglio Gianrico, PD • Caruso Antonino, PdL • Costa Rosario Giorgio, PdL • D’Alia Gianpiero, UDC-SVP-Aut • Della Monica Silvia, PD • Fasano Vincenzo, PdL • Garavini Laura (Capogruppo PD) – Garraffa Costantino, PD • Gentile Antonio, PdL • LatronicoCosimo, PdL • Lauro Raffaele, PdL • Leddi Maria, PD • Li Gotti Luigi, IdV • Lumia Giuseppe, PD • Maraventano Angela, LNP • Maritati Alberto, PD • Musso Enrico, PdL • Saltamartini Filippo, PdL • S arro Carlo, PdL • Serra Achille, PD • Valli Armando, LNP • Vizzini Carlo, PdL Deputati • Belcastro Elio Vittorio, Misto, MpA • Bordo Michele, PD • Bossa Luisa, PD • Buonanno Gianluca, LNP • Burtone Giovanni Mario Salvino, PD • D i Pietro Antonio, IdV • D’ Ippolito Ida, PdL • Garavini Laura, PD • La boccetta Amedeo, PdL • Laratta Francesco, PD • Lazzari Luigi, PdL • L ussana Carolina, LNP • Marchi Maino, PD • M asinello Giuseppe Francesco Maria, PdL • Napoli Angela, PdL • Orlando Andrea, PD • Papa Alfonso, PdL • Piccolo Salvatore, PD • Sisto Francesco Paolo, PdL • Stagno D’Akcontres Francesco, PdL • Taglialatela Marcello, PdL • Tassone Mario, UdC • Torrisi Salvatore, PdL . Lo certifica la DNA, guidata dai vari: primo procuratore nazionale antimafia, ex procuratore aggiunto di Milano, da pochi mesi a capo della procura generale di Palermo, Bruno Siclari (1992-1997); cui segue il procuratore di Firenze, Pier Luigi Vigna (1997-2005). Nell’ottobre 2005, il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, nomina procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, con 18 voti favorevoli (tra cui quello del vice presidente, Virginio Rognoni).

La storia di questa figura di prestigio ma anche di grande responsabilità, comincia prima, però. In principio c’era l’ Alto commissariato per la lotta alla mafia, nomina che il prefetto Emanuele De Francesco, ottiene il 5 settembre del 1982, pochi giorni dopo l’ assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie Emanuela Setti Carraio; poi toccherà al prefetto, Riccardo Boccia (che assume l’ incarico il 22 marzo ‘ 85) e al prefetto Pietro Verga ( il 30 dicembre ‘ 86). Il 5 agosto 1988, su proposta del ministro dell’ Interno, Antonio Gava, un magistrato, Domenico Sica, viene nominato per la prima volta prefetto e destinato a dirigere l’ Alto commissariato. A Sica, succede il prefetto Angelo Finocchiaro. Questa figura verrà sostituita dal Parlamento con una nuova, analoga, ma scelta fra i magistrati. Dapprima Bruno Siclari, poi Pierluigi Vigna ed attualmente, Piero Grasso. Lo certificano soprattutto i comandi provinciali della Guardia di Finanza, diretta dal colonnello Alberto Reda e dei Carabinieri diretti dal colonnello, Pasquale Angelosanto. La Questura, guidata dal Dirigente Superiore, Carmelo Casabona e la Prefettura, diretta dal prefetto Luigi Varratta. La mafia a Rosarno non è ancora battuta, naturalmente. Ma lo Stato attraverso le sue istituzioni, sta mettendo le cose a posto. I provvedimenti duri, severi e rigorosi, a parte il famigerato 41 bis per i capi, sono un ottimo deterrente. Diversi bunker sono stati scoperti ed i mammasantissima, imprigionati. I rampolli dei casati storici di ‘ndrangheta, stanno tentando di prendere in mano le redini del business, ma non hanno né il carisma, né l’occhio dei vecchi capibastone; alcuni dei quali sono defunti, altri in galera. Sono tutti sotto controllo. Centrosinistra e Centrodestra in disaccordo (quasi) su tutto, riescono, almeno in questo, a trovare una parvenza di accordo. La lotta al crimine, è, e resterà sempre una priorità assoluta.

Nella città di Rosarno, la donna, schiava, serva, prigioniera ed oppressa per tanto tempo, negli ultimi decenni ha conquistato spazio vitale; frutto degli scontri generazionalii nelle catacombe post-moderne e paleo-industriali, portate avanti con coraggio e grande sensibilità dalla classe intellettuale di Rosarno, che sta prendendo il sopravvento, dopo decenni di letargo. Il maschilismo più becero, reazionario e conservatore, schiavista ed asservitore si è ammorbidito di parecchio. L’8 marzo o Festa delle Mimose, la Festa della Mamma o della Nonna, non sono sterili enunciati destituiti di ogni fondamento, ma importanti conquiste di civiltà. Ecco anche, come vien fuori l’affermazione di Elisabetta Tripodi, e dell’intera coalizione di centrosinistra, che l’ha sostenuta. Il consigliere regionale Antonino De Gaetano, non sta più nella pelle:” La vittoria elettorale di Elisabetta Tripodi, dimostra – una grande voglia di cambiamento, che riteniamo un segnale assai positivo per l’intera Calabria; al neo sindaco facciamo gli auguri di buon lavoro, ben sapendo quanto sarà impegnativo il compito che l’attende. Tripodi avrà accanto, però, un’intera comunità desiderosa di mettersi alle spalle un passato che ha visto la città della Piana balzare troppo spesso, e in negativo, agli onori della cronaca nazionale. Siamo convinti, che la nuova amministrazione, saprà indicare e imboccare la via del riscatto, garantendo buon governo, rispetto della legalità e della dignità dei lavoratori migranti. Dal dato elettorale di Rosarno, però, arriva anche una chiara lezione politica: la strada che indica lo scenario rosarnese, dove la sinistra alternativa, ha appoggiato con una lista unitaria il neo sindaco Tripodi, contribuendo alla sua affermazione, è quella che può davvero condurre ad un’inversione di tendenza nell’attuale panorama politico.

Per questo abbiamo da tempo sollecitato la costruzione di liste unitarie per la Provincia e il Comune di Reggio, aspirando alla costruzione di una sinistra autorevole, forte numericamente e radicata socialmente, capace di farsi portavoce dei reali bisogni della comunità. Rosarno oggi, ci conferma che non solo esistono le condizioni per l’unità, ma che l’unità è quello che vogliono e sono pronti a premiare gli elettori calabresi”. Va in brodo di giuggiole, pure l’onorevole, Nicodemo Oliverio, come riporta l’agenzia Asca: ”L’elezione di Elisabetta Tripodi a sindaco di Rosarno (Rc) e’ un’ottima notizia per tutti i cittadini del centro del Reggino e per la politica, perche’ dimostra che soffia anche in Calabria il vento del cambiamento, cosi’ come succede in queste ore per il Governo nazionale. Il parlamentare del Partito Democratico, Nicodemo Oliverio, capogruppo in Commissione Agricoltura alla Camera, commentando gli esiti del ballottaggio per l’elezione del sindaco di Rosarno, afferma ”Auguri e complimenti ad Elisabetta Tripodi ed a tutta la sua coalizione ed ora, tutti al lavoro per rilanciare una cittadina che merita qualcosa di diverso da quello che purtroppo e’ risaltato alle cronache negli ultimi mesi. Una nuova politica, fatta soprattutto di ascolto e di risposte serie e concrete alla gente, senza false promesse o impegni di ogni tipo, sono sicuro che aiutera’ molto la citta’ di Rosarno ad aprire un capitolo nuovo della sua storia amministrativa”. Elisabetta Tripodi, 44 anni, sposata e madre di due figli, è segretario comunale a Rizziconi e San Ferdinando, che ha ottenuto 3.725 voti, pari al 52,4o%; Saccomanno ha avuto 3.384 voti (47,60) ha superato al ballottaggio l’ex sindaco Giacomo Saccomanno, sostenuto da alcune liste civiche. Al primo turno era rimasto fuori, il candidato del Pdl, Raimondo Paparatti. A Rosarno torna da insediarsi un sindaco ed il Consiglio comunale dopo una gestione commissariale per presunte infiltrazioni mafiose.

Nello scorso inverno Rosarno salì sulla ribalta delle cronache nazionali per la cosiddetta rivolta degli immigrati, impiegati nella zona soprattutto per la raccolta degli agrumi.Non potevano mancare i complimenti delle donne. A partire dall’on. Doris Lo Moro:” L’elezione di Elisabetta Tripodi a Sindaco di Rosarno è una vittoria della Calabria che vuole un vero cambiamento. E’ stata scelta una donna giovane, capace e competente che saprà ridare serenità e speranza ad una popolazione troppo spesso piegata da problemi annosi che ne hanno offerto un’immagine inaccettabile. Rosarno ha i suoi problemi, come tanti altri comuni calabresi, ma da oggi, ha guadagnato una importante normalità : quella di essere rappresentata da una persona, che potrà discutere alla pari, in tutte le sedi istituzionali di lotta alla criminalità, di integrazione degli immigrati e di lavoro regolare, ma anche di altri argomenti che accomunano tutti i nostri comuni, come il tema del patto di stabilità e quello del welfare. La vittoria di questa donna costituisce inoltre un risultato da cui ripartire per il PD e per tutto il centro-sinistra. Da donna, voglio ancora aggiungere che il nuovo Sindaco di Rosarno, dimostrerà sul campo, che più donne in politica e nelle istituzioni, aiutano la qualità della nostra democrazia. Brava, Elisabetta!”. Avevamo detto e scritto che a Rosarno ci fossero le menti aperte, i cervelli in gamba, le persone giuste per uscire fuori dal ghetto socio-culturale e morale. Le nuove generazioni, amano troppo la libertà e la democrazia, per gettare la spugna. Vogliono essere protagonisti del loro tempo. Vogliono decidere del loro destino. Unusquisque faber est fortunae suae. Ma Rosarno della gente perbene, onesta, intelligente, laboriosa è nota anche per altre vicende, che l’ hanno additata come una cittadina di grosso spessore culturale e politico. Ai tempi del sindaco comunista, Pino Lavorato, Rosarno fu il primo comune a costituirsi parte civile in un processo alla’ndrangheta. Difeso e tutelato anche dal consigliere provinciale Nino Stillittano, pure lui del PCI, ex gerarca comunista di Piazza Castello, autorevole presidente pro tempore del CORECO di Reggio Calabria, consigliere provinciale per quindici anni e consigliere comunale a Montebello Jonico. Allora la città si faceva notare per l’accoglienza dei vu’ cumprà ed il senso dell’ospitalità. Tuttavia, riteniamo che ci siano margini di recupero e di ricucitura dello strappo.Onore e gloria ad Elisabetta Tripodi, ma per amministrare Rosarno, il primo cittadino rosarnese, ha bisogno di tutti.

 Domenico Salvatore




martedì 22 febbraio 2011

Gigliotti(Pd):serve discontinuità con Loierismo


In otto mesi di commissariamento del PD molte cose sono cambiate. Penso al ruolo che è stato affidato ai molti giovani e alle tante donne che stanno ricreando un rinnovato entusiasmo e una speranza per tutta la Calabria democratica. Penso a Elisabetta Tripodi eletta sindaco di Rosarno a distanza di pochi mesi dalla rivolta degli immigrati. E penso anche alle tante aperture di credito che ci vengono dalle associazioni sindacali, da quelle datoriali, dai singoli territori e dai partiti alleati che ci riconoscono il merito di avere contribuito a costruir, ovunque, le condizioni di serenità per un tavolo unitario del centro sinistra, capace di indicare percorsi e proporre soluzioni. Tutto ciò nonostante il terremoto politico delle regionali e lo smottamento conseguente dei consensi.Tuttavia alcuni segnali ci dicono che qualcosa ancora non gira nel verso giusto. Sono molte le resistenze che si registrano, infatti, all’interno del PD verso le istanze di rinnovamento e di discontinuità che in molti vorremmo imprimere in tutte le città dove si è chiamati a rinnovare i consigli comunali. A Catanzaro, per esempio, abbiamo assistito al sacrificio del grande lavoro svolto dall’intera coalizione di centrosinistra, che era riuscita ad offrire agli elettori e alla città la disponibilità di due autorevoli candidature, quella del Prof. Valerio Donato e del Prefetto Salerno. Queste disponibilità, accolte dagli elettori e dalla città con grande entusiasmo, sono state ritirate dagli interessati perché evidentemente non “gradite” a quell’altra parte del PD, quella per intenderci del Movimento delle Primarie, che è probabilmente il frutto più amaro della stagione passata, che si è nutrito di quel pane e che oggi, volendo imporre ancora se stessa, lavora ai fianchi delle nuove proposte per indebolirle, sperando di rendere in tal modo la loro mediazione insostituibile. Il loro tentativo di sfasciare la coalizione di centro sinistra e la sua tenuta è evidente laddove invitano gli alleati del PD, gli stessi che loro hanno snobbato alle scorse regionali, ad abbandonare il tavolo comune. E’ evidente che chi si è illuso che fosse bastevole “bocciare” la triade di Caposuvero per ridare credibilità al PD calabrese e per rilanciare una proposta politica, oggi si deve ricredere, perché spesso i figli sono peggiori dei padri. Ed è altresì chiaro a tutti l’ingenuità di poter dialogare e di includere nella ricostruzione del PD, le varie aree democratiche figlie, a Cosenza come a Catanzaro come a Reggio, di quel patto sceleris che dopo avere determinato la sconfitta del 28 marzo scorso, in nome della loro sopravvivenza, lavoreranno ancora per la nostra sconfitta perché a loro, è notorio, non interessa un PD vincente ed autorevole. Ancora più chiaro è che noi del PD non saremo mai credibili di fronte al nostro elettorato e ai nostri alleati se proponessimo come sostegno e stampella del rinnovamento quella stessa classe dirigente che, con i suoi silenzi, ha consentito la nascita e la lunga sopravvivenza del Loierismo di cui Loiero, evidentemente, non è stato né il massimo né l’unico interprete.Il PD oggi deve avere il coraggio in tutte le città (da Cosenza a Reggio, da Catanzaro a Rossano, da Crotone ad Amantea a Soverato, fino al più piccolo comune della Calabria) di affidarsi a candidature che rappresentino una chiara discontinuità rispetto alla passata esperienza regionale.Se poi il PD vuole realizzare in Calabria il primo vero laboratorio del Partito Democratico, deve osare molto di più e accanto alla discontinuità deve investire in candidature che rappresentino un salto generazionale e un cambio di genere. Sarebbe una grande opportunità per la Calabria e i Calabresi se riuscissimo a mettere in campo nomi di illustri calabresi, di giovani trentenni e quarantenni, di donne, tante donne di valore impegnate da sempre nel lavoro, nelle professioni, nelle associazioni e nella politica. Per il riscatto della Calabria e per dare ai calabresi la possibilità di rimanere in Europa, infatti, non serve vincere le elezioni ricorrendo alle solite candidature di “famiglia” o di “club” rappresentativi clientele e in consorterie varie, ma occorre avere il coraggio di provare a vincere facendo a meno di loro, senza alcuna paura del risultato e lavorando per costruire un partito credibile e autorevole, svincolato dai poteri trasversali e libero di rappresentare gli interessi dei calabresi e non quelli dei poteri forti della sanità, dell’ambiente, del cemento, dei pubblici concessionari ecc. ecc. Se non ora quando?



giovedì 17 febbraio 2011

PD, Bindi premier: se non ora quando?

Giovedì 17 Febbraio 2011


nota di Elisabetta Tripodi (Sindaco Pd di Rosarno), Stefania Mancuso (Coordinatrice di Circolo Rosarno), Consuelo Nava (Dirigente PD Reggio), Fernanda Gigliotti (Consigliere Nazionale PD)



On.le Bindi, se non ora quando?Anche in Italia è l’ora di un Presidente del Consiglio donna e l’on.le Bindi è sicuramente la persona giusta al posto giusto. E noi siamo sicure che tutto il popolo del PD riconoscerà nella candidatura della Bindi il primo, vero e grande segnale di nascita del Partito Democratico Europeo anche in Italia. La sua candidatura segnerebbe per il PD, per il centrosinistra e per tutta l’Italia, un fatto storico, un cambio di genere, una novità culturale, una guida coerente e determinata. Ma soprattutto una vincente e reciproca apertura di credito nel centrosinistra, perché oltre a segnare la responsabile rinuncia di Vendola alle primarie, sarebbe l’apertura di una nuova stagione della politica, con una forte alleanza fra il mondo laico e quello cattolico, da sempre capace di meglio interpretare la migliore forma di governo per l’Italia e la sua unità civile. La risposta ad un berlusconismo da cancellare con una donna “a disposizione di una democrazia compiuta”.



http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=5171298670305926472

sabato 12 febbraio 2011

ELISABETTA TRIPODI SINDACO DI ROSARNO: Rosarno / L’esecutivo della Tripodi si taglia lo stipendio (CO)

ELISABETTA TRIPODI SINDACO DI ROSARNO: Rosarno / L’esecutivo della Tripodi si taglia lo stipendio (CO)

Rosarno / L’esecutivo della Tripodi si taglia lo stipendio (CO)

calabriaora.it 12 Febbraio 2011 Domenico Mammola
La giunta di Rosarno si taglia gli stipendi. Il sindaco, Elisabetta Tripodi, aveva promesso in campagna elettorale che se fosse stata eletta sindaco avrebbe provveduto al taglio delle indennità della giunta. Così è stato. A rendere operativa la promessa elettorale è stata la delibera di giunta, approvata il 27 gennaio scorso, appena un mese dopo l’insediamento della nuova amministrazione. La Tripodi ha proposto il taglio, ed è stato accettato, a parte per due assessori, Michele Brilli e Teodoro De Maria, che sono in aspettativa non retribuita, ergo assessori per scelta full time. Il sindaco, dunque, percepirà 774 euro al mese, il suo vice Carmelo Cannatà 852 mensili, gli assessori Francesco Bonelli e Domenico Scriva 697 euro mensili. Una scelta condivisa, quindi, che era già stata concordata in campagna elettorale, quando appunto la Tripodi aveva chiarito che si sarebbe impegnata a non appesantire le casse del comune, entrando tra l’altro in un’ottica di razionalizzazione della spesa pubblica, dando, per così dire l’esempio, e tentando di accantonare qualche risorsa da inserire nei capitoli dedicati alle politiche sociali, settore che, al pari degli altri, quest’anno soffrirà per la stretta imposta dalla finanziaria per effetto della quale arriveranno nelle casse dei comuni circa 500.000 euro in meno.



sabato 29 gennaio 2011

ELISABETTA TRIPODI SINDACO DI ROSARNO: LETTERA DEL SINDACO

ELISABETTA TRIPODI SINDACO DI ROSARNO: LETTERA DEL SINDACO: "  CITTÁ DI ROSARNO Provincia di REGGIO CALABRIA Viale Della Pace, snc – 89025 ROSARNO  0966 7101 - 0966 780042 P. IVA 0072543..."

LETTERA DEL SINDACO



  CITTÁ DI ROSARNO

Provincia di REGGIO CALABRIA

Viale Della Pace, snc – 89025 ROSARNO

 0966 7101 - 0966 780042

P. IVA 00725430805 = C.F. 82001350808



Dr. Nino Calarco

Direttore Responsabile della Gazzetta del Sud


E pc redazione di Reggio Calabria


E pc Presidente della Giunta Regionale

On. Giuseppe Scopelliti

Egregio Direttore,

Sono costretta, seppure estremamente rispettosa della libertà di stampa e del lavoro dei giornali-sti, a puntualizzare alcune affermazioni contenute nell’articolo apparso in data 29 gennaio a pag 35 e firmato dal vostro corrispondente.

1-Intanto l’articolo si riferisce a una tematica ampiamente trattata senza dare conto che in data 26 gennaio si è tenuto un Consiglio Comunale che ha esaminato in profondità il tema dell’emergenza migranti e la realizzazione del campo in ctr. Testa dell’acqua.

Il Consiglio si è svolto in un clima certamente e giustamente acceso ma alla fine è stato approvato un documento all’unanimità che allego , stante il fatto che il vostro giornale non l’ha mai riportato:

“ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO COMUNALE Di ROSARNO DEL 26/1/2011

Il Consiglio Comunale udita la relazione del sindaco l’approva.

La predisposizione dei containers per dare alloggio a 80 immigrati extracomunitari , operata dalla Protezione Civile, dalla Regione Calabria e dalla Prefettura di Reggio in collaborazione con la Commissione Straordinaria e , a partire dal 22 Dicembre, dal Sindaco del Comune di Rosarno, deve rappresentare un momento di collaborazione e integrazione tra la Comunità Africana ed i cittadini di Rosarno. Tutto ciò a prescindere dal breve orizzonte temporale- il campo sarà smantellato il 20 Aprile – e dal fatto che l’impegno economico è interamente a carico del Ministero dell’Interno.

Il Consiglio approva l’operato del Sindaco e della Giunta che ha difeso, al tavolo tecnico della Prefettura, le ragioni della solidarietà verso gli immigrati e la richiesta di precise garanzie di sicurezza necessarie per impedire la creazione di ghetti che possono diventare focolai di nuove tensioni.

In tal senso il consiglio invita tutte le forze politiche ad operare in unità per riaffermare il volto pulito e soli-dale di Rosarno e non dare motivi di aggressioni mediatiche contro il nostro Paese.

Il Consiglio auspica che da parte del Governo e della Regione si dia attuazione a politiche di integrazione sostenute da progetti e finanziamenti e non si lasci la sola Comunità Rosarnese a gestire problematiche che per dimensione e necessità economiche vanno oltre la dimensione comunale.

Il Consiglio impegna l’Amministrazione a tenere costantemente informata la città sugli sviluppi e sulle iniziative “

2- La presa di posizione del Segretario Generale della CGIL- citata in virgolettato mi è ignota e credo, anche a quasi tutti i cittadini di Rosarno; in ogni caso riguarda libere opinioni nell’esercizio della funzione sinda-cale. Vorrei, inoltre, ribadire la lealtà dei rapporti tra la mia Amministrazione e la Giunta Regionale oltre la cordialità personale tra la sottoscritta ed il Presidente Scopelliti. Tentare come fa il vostro corrispondente in maniera subdola e ambigua, di mettere contro la nostra Città e la Regione Calabria è un atto che si com-menta da solo. Specie sul tema delle iniziative a favore dei migranti che insieme Governo , Regione e Am-ministrazione di Rosarno stanno cercando di attuare.

Per quanto ci riguarda torniamo a segnalare alla sua attenzione il problema di un’informazione che dovrebbe essere obiettiva da parte del vostro corrispondente ma che, come è ormai palese, è sempre più sbilanciata e faziosa.

Per noi la campagna elettorale è finita. Il Consiglio Comunale ne ha preso atto votando due ordini del gior-no all’unanimità ma qualcuno finge di non saperlo.

Con stima

Elisabetta Tripodi, Sindaco di Rosarno