martedì 12 luglio 2011

Appello del Forum Immigrazione contro il giro di vite voluto dal governo. "Imprigionano chi fugge dalla povertà"

Roma – 12 luglio 2011 - “L’ultima misura decisa da Maroni è all’immagine di questo governo: arrogante, prepotente e ingiusta. Prolungare i tempi nei Cie passando da 6 mesi a 18 è una vera vergogna oltre ad essere una misura disumana. Per questo motivo abbiamo deciso di coinvolgere attraverso un appello tutti i cittadini nella battaglia che attueremo in Parlamento affinché tale decreto non venga varato”.

Livia Turco, responsabile immigrazione del Partito Democratico, annuncia così l’appello, promosso dal Forum immigrazione e rivolto alla società civile, agli amministratori locali, ai parlamentari, ai politici, a quanti difendono con responsabilità e serietà un Paese che vogliono civile, per dire “no al carcere per gli innocenti”.

“Siamo contrari – si legge nel testo - a che persone innocenti,che scappano dalla povertà alla ricerca di un futuro migliore, siano private della loro libertà e siano trattenute nei centri di identificazione fino a 18 mesi solo perché colpevoli di essere senza documenti e per dover essere identificati. Tale misura è contenuta nel decreto legge del governo Berlusconi,23 giugno 2011 n.89  ora all'esame del Parlamento”.

“Tale misura – continuano i promotori dell’appello - calpesta i valori di proporzionalità, ragionevolezza ed uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione. Per questo, ci opponiamo con tutta la nostra determinazione e chiediamo ai cittadini democratici di questo paese di condividere questa battaglia”.

All’ appello hanno già aderito: Livia Turco; Associazione Articolo 31; Milena Agus; Giancarlo Bosetti; Khalid Chaouki; Ilda Curti; Graziano Delrio;  Vasco Errani; Giuseppe Giulietti ; Gad Lerner; Massimo Livi Bacci; Luigi Manconi; Virginio Merola ; Valerio Onida; Moni Ovadia; Marco Pacciotti; Lapo Pistelli; Giuliano Pisapia; Roberto Reggi; Josè Luis Rhi-Sausi; Igiaba Scego; Mario Scialoja; Marino Sinibaldi; J. Leonard Touadì;
Elisabetta Tripodi; Marta Vincenzi; Roberto Zaccaria; Don Mosè Zerai

martedì 28 giugno 2011

Bonaccini (Pd) lancia la festa nazionale dell'immigrazione: in città arriva Maroni

Cesena, 27 giugno 2011 - "Non c'e' posto per tutti, bisogna essere sinceri. Ma gridare 'al lupo' e poi fare leggi che favoriscono la clandestinita', come la Bossi'-Fini, non e' accettabile. L'equiparazione immigrato-insicurezza non regge". Cosi' Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd, lancia questa mattina a Cesena la festa nazionale Immigrazione che il partito terra' in citta' dal primo al 17 luglio (a Sant'Egidio, nel parco Frutipapalina).
In programma, oltre a decine di eventi e buona cucina, sono previsti appuntamenti con ospiti nazionali. Il 4 luglio, ad esempio, in agenda c'e' una tavola rotonda con il ministro dell'Interno Roberto Maroni, con il presidente del Forum Immigrazione del Pd nazionale Livia Turco e con lo stesso Bonaccini (modera Giuliano Giubilei, giornalista Tg3). Per giovedi' 7 luglio e' fissato l'incontro con il sindaco e la giunta del Comune di Cesena, mentre il giorno dopo ecco Stefano Fassina, responsabile nazionale Economia-Lavoro del Pd. Il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani e il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, sono attesi lunedi' 11, mentre gli eurodeputati Debora Serracchiani e Vittorio Prodi arriveranno venerdi' 15 luglio.
Oltre alla festa del Pd si svilupperanno due eventi collaterali. Domenica 3 c'e' la "Giornata della Convivenza, un incontro fra generi, generazioni e culture": dalle 10 alle 19 spazio a pranzo etnico, musica con le percussioni di Malik, esibizione di cricket da parte di una squadra cingalese e flashmob di bandiere (inclusa anche la presentazione e la raccolta firme per la campagna al premio Nobel delle donne africane). Sabato 9 luglio alle 18, invece, andra' in scena una partita di calcio tra amministratori, istituzioni e "nuovi italiani," promossa dall'associazione "Liberi Nantes" e altri.
Al fianco di Bonaccini e del segretario cesenate Daniele Zoffoli, questa mattina, Marco Pacciotti, coordinatore nazionale del forum Immigrazione del Pd, dice che "alla festa racconteremo l'Italia di cui non si parla, di un capitale umano ancora inespresso a causa delle politiche del Governo: la Bossi-Fini e' la piu' grande fabbrica di clandestinita' nel nostro Paese, dove 980 mila giovani sotto i 18 anni, cresciuti qui, non possono godere dei diritti dovuti".  Per Bonaccini, inoltre, "il dibattito sul fatto che la societa' italiana debba essere multiculturale e' surreale, perche' la nostra societa' lo e' gia'". Del resto, aggiunge il segretario regionale del Pd, e' scritto nel Dpef del Governo che "abbiamo bisogno di circa 217 lavoratori immigrati entro il 2015: per quanto riguarda le professioni degli immigrati, tutte le professioni, c'e' comunque un problema legislativo da risolvere a livello nazionale".

lunedì 27 giugno 2011

L’amministrazione di Rosarno esprime solidarietà al sindaco di Monasterace


Il Sindaco Elisabetta Tripodi e la Giunta Comunale esprimono piena e fraterna solidarietà alla dottoressa Maria Carmela LANZETTA, Sindaco di Monasterace per il criminale attentato subito con l’incendio della sua farmacia che ha messo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi familiari.
Le modalità dell’attentato rivelano un disprezzo della vita umana – oltre che delle istituzioni – che ancora una volta manifesta un’immagine truce e criminale della Calabria tesa a sovvertire con la violenza e l’aggressione personale gli artefici del cambiamento e del riscatto dei nostri paesi.
Auspichiamo, quindi, non solo una grande vicinanza e solidarietà da parte di tutta la Calabria alla dottoressa Maria Carmela LANZETTA ed alla città di Monasterace, ma che da parte delle istituzioni preposte sia fatto un grande sforzo per individuare e colpire i criminali attentatori che con la violenza pensano di arrestare i processi di cambiamento che vanno promossi ed assecondati.
Il Sindaco
Elisabetta Tripodi

lunedì 20 giugno 2011

SALVIAMO IL PORTO DI GIOIA TAURO




Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On.le Silvio Berlusconi

Al Ministro per lo Sviluppo Economico
On.le Paolo Romani

Al Ministro delle Infrastrutture
On.le Altero Matteoli

Al Ministro del Lavoro
On.le Maurizio Sacconi

Al Governatore della Calabria
On. Giuseppe Scopelliti

Salviamo il porto di Gioia Tauro
Preg.mo Presidente del Consiglio, On.li Ministri, On.le Governatore della Calabria,
dai mezzi di stampa abbiamo appreso in queste ore che il 22 giugno p.v.– presso il Ministero delle Infrastrutture – si aprirà un tavolo tecnico in merito alla gravissima crisi che ha colpito l’attività di transhipment del Porto di Gioia Tauro  e che vedrà la partecipazione dei ministeri interessati e dei rappresentanti del Governo Regionale della Calabria.
Questa notizia, se da un lato rappresenta un concreto segno di interesse per le devastanti problematiche che investono l’area portuale gioiese e tutto il territorio pianigiano, ha innegabilmente lasciato l’amaro in bocca ai rappresentanti istituzionali di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando , per l’ennesima volta esclusi dai tavoli tecnici nei quali verranno adottate scelte cruciali per  tutta la terra di Calabria.
Abbiamo più volte rappresentato – sia alle istituzioni nazionali che a quelle regionali – la necessità che i tre sindaci (Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando) dei territori direttamente investiti dai problemi occupazionali, economici e sociali connessi al porto di Gioia Tauro, fossero chiamati a dare un contributo – anche solo propositivo – in tutti gli incontri istituzionali o con le parti sociali orientati alla ricerca di soluzioni al momento di stasi economica e produttiva che stiamo vivendo.
Tali istanze di partecipazione si rivestono di un simbolismo ancora più significativo a fronte della recente costituzione della “Città del Porto” che - attraverso la coesione sinergica dell’attività istituzionale dei Sindaci di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando - nasce come strumento al servizio delle esigenze democratiche dei cittadini e dei lavoratori della Piana di Gioia Tauro.
A tal fine, il 3 giugno u.s. si è tenuta un’adunanza aperta del Consiglio Comunale di Gioia Tauro, che ha visto una grandissima partecipazione di tutte le parti politiche, dei sindacati, dei rappresentanti di tutte le istituzioni, dei lavoratori e che si è concluso con l’adozione di un programma politico coeso e rivolto a rappresentare al governo nazionale quelle esigenze che proprio noi, Sindaci del Porto, prima di ogni altro conosciamo.
Ciononostante, ancora oggi, e ribadisco per l’ennesima volta, ci troviamo esclusi, tagliati fuori dalle scelte che riguardano i nostri cittadini.      
Riteniamo che la costituzione di tavoli separati, di divisioni o esclusioni non risponda alle esigenze  -tante volte manifestate – dei cittadini di Calabria di vedere i propri rappresentanti politici coinvolti direttamente nell’adozione di scelte cruciali per il futuro dei nostri figli.
Non ci sentiamo Sindaci da cerimonia o da parata, che vivono in un mondo astratto e distante dai drammi che investono la nostra terra .
La nostra partecipazione significa impegno e determinazione nel ribadire come i nostri cittadini vivono il dramma della crisi .
Significa insistere con forza sul nostro impegno a non accettare la soluzione di licenziamenti e della mobilità: il mantenimento dei livelli occupazionali è per noi un traguardo irrinunciabile.
E’ un impegno morale che abbiamo assunto con i lavoratori portuali e sul quale non siamo disposti a fare un passo indietro.
E’ un’assunzione di responsabilità alla quale non ci sottrarremo.
Siamo fermamente convinti che i nostri lavoratori non sono alla ricerca di assistenzialismo ma di lavoro e di prospettive di sviluppo reale e veloce.
In tal senso, la risoluzione delle criticità che hanno investito il transhipment del porto di Gioia Tauro  - e questo è un punto sul quale non possiamo e non dobbiamo tacere – è visceralmente connesso all’abbattimento delle tasse di ancoraggio e ormeggio, alla riduzione delle accise, alla previsione di agevolazioni fiscali sugli oneri sociali a carico delle imprese ( anche sul costo del lavoro che, nell’aiutare le aziende, non mortifichino neanche di un centesimo i diritti sacrosanti e costituzionalmente garantiti degli operatori portuali), all’ampliamento della zona franca, alla creazione di un sistema di libera concorrenza nella gestione dell’area portuale.
Solo la realizzazione di una competitività del transhipment garantirà la ripresa del Porto: investire sulla logistica e sul retro porto  avrà senso e futuro solo quando Gioia Tauro batterà sul campo Tangeri, Porto Said e tanti altri porti molto più appetibili per le grandi ditte sul terreno dei costi e della convenienza economica.
Noi sindaci della città del porto sentiamo forte l’esigenza di rispondere a coloro i quali ci hanno investito della responsabilità di amministrare queste terre purtroppo martoriate dalla criminalità organizzata e dalla mancanza di alternative alla criminalità stessa.
Alla nostra terra dobbiamo rispetto, umiltà e tenacia.
Rispetto per tutti i cittadini che vogliono lavorare  e che sperano di potere costruire in questa terra il loro futuro.
Umiltà verso quella che è la nostra terra e per la quale non intendiamo rinunciare anche alla sola  speranza di un futuro che non sia fatto di emigrazione o di malavita.
Tenacia nell’andare avanti nella ricerca di una strada comune – che veda insieme enti locali, regionali e Stato – e che riconosca che   l’attività coesa di tutte le forze politiche  possa rappresentare garanzia di tutela per l’intero territorio regionale e della piana di Gioia Tauro
Auspichiamo che anche a partire dall’incontro del prossimo 22 Giugno sia prevista la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni locali confinanti con il porto.
E’ un segnale di vicinanza che attendiamo ed al quale non possiamo e non vogliamo rinunciare .
I SINDACI
           di Rosarno                       di Gioia Tauro                                  di San Ferdinando
dr.ssa Elisabetta Tripodi             avv. Renato Bellofiore                       avv. Domenico Madafferi



martedì 7 giugno 2011

Sua nota relativa a mancate celebrazioni per la Festa della Repubblica.


Al Consigliere Comunale

Avv. Gianfranco Saccomanno



Al Presidente del Consiglio Comunale

Antonio Bottiglieri



Ai sig.ri Capigruppo del Consiglio Comunale


All’atto del mio insediamento a Sindaco di Rosarno ho deciso ed annunciato pubblicamente che per me la campagna elettorale era finita e non avrei mai fatto polemiche con nessuno, sia per mia natura, poco incline ai protagonismi ed agli esibizionismi di facciata, sia perché consapevole di quanto fosse complicata e difficile l’attività che mi prestavo a svolgere per volontà popolare.
La Sua nota, però, esige una risposta, per rispetto a quei caduti per l’Unità d’Italia, di cui quest’anno si celebra il 150° anniversario e che Lei inopportunamente menziona e per i quali dice di soffrire.. Per gli stessi nutro il massimo rispetto e affetto anche perché a quei caduti sono legata da vincoli familiari,se non altro perché mio nonno è stato insignito della croce d’argento al valore militare come caduto della 2° guerra mondiale
La città di Rosarno in occasione del 17 marzo ha degnamente celebrato, con la dovuta solennità, l’avvenimento, a cui Lei ha partecipato, parzialmente, con l’intervento nel convegno pomeridiano.
Il 2 giugno 2011 la sottoscritta, come consuetudine istituzionale, ha partecipato alle celebrazioni dell’anniversario della Repubblica, presso la prefettura di Reggio Calabria, che hanno visto la partecipazione di tutti i sindaci della provincia.
Non so come faccia ad avere memoria delle ultime 150 feste della Repubblica, che esiste a partire dal 1946 e sono compiaciuta per la sua indignazione, l’indignazione è sintomo di vitalità, spero che s’indigni con altrettanta veemenza per le troppe volte in cui a Rosarno è stata infranta la legalità.


                                             Il Sindaco
                                  Dott.ssa Elisabetta Tripodi

lunedì 6 giugno 2011

I sindaci calabresi raccontano la loro esperienza con i profughi


Due sindaci della Locride, costa ionica e uno della Piana di Gioia Tauro [Reggio Calabria] - territorio difficile per i tanti problemi che negli anni hanno dovuto sostenere -, saranno presenti al convegno 17-18 giugno  della Rete dei Comuni Solidali, a Piazzola sul Brenta, per testimoniare com’è possibile trasformare quello che normalmente viene visto come un «problema» la presenza degli immigrati, in una risorsa.
Un messaggio utile per i molti sindaci veneti che stanno alzando barricate per l'arrivo di poche decine di profughi nel proprio paese e cercando di cavalcare l'onda della paura e del risentimento 
Ilario Ammendolia, sindaco di Caulonia, Elisabetta Tripodi sindaco di Rosarno e Domenico Lucano sindaco di Riace parleranno della loro esperienza. Comuni piccoli con poche centinaia di abitanti, comuni che si stavano spopolando, provocando l’azzeramento dei servizi, ora grazie alla presenza di nuovi nuclei famigliari è stato invertito questo processo.
Fino a ieri il rischio era quello di vivere in borghi fantasmi, ora sono nate nuove botteghe, aperte attività, le strade piene di vita. «Questi comuni mandano all’Italia ed all’Europa un grande segnale di civiltà - segnalano i tre sindaci calabresi - dimostrando non solo che è possibile praticare l’accoglienza e la solidarietà ma che le comunità locali che intraprendono questa strada ne traggono giovamento sia sotto l’aspetto culturale che economico. Vogliamo lanciare un messaggio di accoglienza verso gli immigrati proprio da una regione la Calabria (terra da sempre di emigrazione), conosciuta troppo spesso per fatti negativi».

martedì 31 maggio 2011

La nota del Siulp su trasferimento Reparto Prevenzione Crimine di Rosarno


Nei giorni scorsi una delegazione della segreteria nazionale del  SIULP ha partecipato ad un tavolo di confronto tenuto presso il Dipartimento della P.S., in merito al provvedimento concernente il trasferimento del Reparto Prevenzione Crimine “Calabria Sud Occidentale” di Rosarno (RC) alla Scuola Allievi Agenti di Vibo Valentia.
All’incontro erano presenti il direttore dell’Ufficio Rapporti Sindacali, dr. Castrese De Rosa, ed il dr. Dario Sallustio, dirigente della Divisione Centrale Anticrimine.
Il Dipartimento, dopo aver avviato, sin dal mese di Gennaio, uno studio di fattibilità in merito all’ipotesi di trasferimento del Reparto Prevenzione crimine, nel mese di Aprile ha dato comunicazione alle organizzazioni sindacali di polizia della volontà di rendere operativo il trasferimento, motivandolo con “gli indubbi vantaggi in termini di resa operativa e di economia di esercizio”, aggiungendo di aver raccolto, a suo dire, “l’unanime consenso del personale interessato”.
Premesso che l’Amministrazione della P.S. non ha coinvolto adeguatamente le organizzazioni sindacali, evidenziando degli errori di valutazione, sia nel merito che nel metodo, riteniamo che non possano essere intraprese iniziative in maniera unilaterale, soprattutto relativamente alla consultazione dei dipendenti (non essendo prerogativa esclusiva della dirigenza) che, di fatto, tendono a delegittimare il ruolo e la funzione primaria del sindacato che, ricordiamo, è quello della partecipazione e della rappresentanza reale dei lavoratori di polizia.
La delegazione SIULP, nell’occasione, ha espresso una netta e contraria posizione al paventato trasferimento per una serie di motivazioni che, evidentemente, non hanno fatto parte dello studio di “fattibilità” del Dipartimento

BATTERIOSI DEL KIWI


L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI ROSARNO INFORMA 


La coltivazione delle piante di actinidia, è in pericolo a causa di una malattia, la PSA, meglio nota come batteriosi: allo stato attuale delle conoscenze non esistono metodi di difesa atti a curarla.
 La malattia si trasmette alle piante in maniera epidemica, attraverso l’aria e l’acqua. 
Le piante più colpite sono quelle provenienti da vivai fuori regione, infetti negli anni 2008, 2009, 2010 e 2011.
L’amministrazione comunale ha già provveduto a inviare una richiesta d’intervento alla Regione Calabria.
Vista l’importanza che la coltivazione dell’actinidia riveste in tutto il territorio comunale dal punto di vista economico, si chiede la collaborazione di tutti i cittadini, sia i produttori professionali che quelli non professionali, affinché la malattia sia controllata e soprattutto non si estenda.
Si chiede a coloro che hanno appezzamenti di actinidia o anche solo alcune piante (per ornamento e/o consumo familiare) di fare un esame visivo delle stesse per verificare la presenza della malattia che facilmente riconoscibile:  sul tronco è presente una emissione di essudato denso di colore bianco trasparente, che successivamente per processi ossidativi diviene rossastro. 
 Alla ripresa vegetativa si nota appassimento dei germogli che ha inizio dall’estremità per poi muoversi verso il basso. Le foglie si accartocciano per poi appassire e seccare, sulle stesse possono evidenziarsi macchie marroni angolari circondate da un alone giallo.
Ricordiamo infine che la batteriosi colpisce solo la pianta. Nessun problema è presente nel frutto, il Kiwi.     Il consumo è assolutamente sicuro.
Coloro che ne avessero la necessità, possono contattare il Comune, uff. Agricoltura che provvederà a coordinare i contatti con il Servizio Fitosanitario Regionale e la locale sede A.R.S.S.A              
E’ molto importante la collaborazione di tutti.
Il Sindaco 
Elisabetta Tripodi

martedì 3 maggio 2011

La corsa di Legambiente verso la solidarietà

 Lo slogan di quest'anno è dedicato ai diritti di cittadinanza. Riconoscimento al fotografo Pieroni


Giorgio Gatto Costantino
Quest'anno la Corrireggio ha costretto gli affezionati a una Pasquetta all'insegna dell'austerity gastronomica vista la necessità di tenersi in forma per lo slittamento al 1 maggio. Ma ne è valsa la pena a giudicare dai visi sudati e sorridenti dei "cavalieri che fecero l'impresa", sia quella dei 12 chilometri e mezzo (gli atleti), che dei più abbordabili 5 e mezzo (i quasi atleti) o, per finire, di Nuccio Barillà che in sella a una scalpitante mountan bike, ha probabilmente percorso più chilometri di tutti per seguire lo svolgimento della gara.
Chi partecipa alla classicissima di Legambiente, giunta alla sua 29. edizione, sa che i motivi per esserci sono tanti e vanno ben oltre la competizione sportiva. La Corrireggio è una sorta di Facebook ante-litteram. Ci si ritrova per discutere, condividere idee, lottare e infine, solo infine, correre. Ma a differenza del social network chi partecipa, la faccia ce la mette realmente e non solo quella, ma anche gambe e cuore, per sostenere ideali e valori civili. Il cuore urbano di Reggio si è trasformato per un giorno in un eccezionale palcoscenico che ha visto protagonisti i cittadini con le loro idee, i loro volti, la loro coinvolgente allegria e i tanti colori diversi. Nella ricorrenza della festa del lavoro c'erano i rappresentanti sindacali di Uil e Cgil, le associazioni per i diritti dei disabili, i ragazzi con i pattini e le magliette a favore del referendum antinucleare e, nella giornata della beatificazione di Giovanni Paolo II, il maratoneta Salvatore Mercurio con un grande tricolore con la scritta "Reggio ama Wojtyla".
Lo slogan della manifestazione di quest'anno è stato quello della solidarietà e dei diritti di cittadinanza. Un pensiero è stato dedicato al pacifista Vittorio Arrigoni ucciso a Gaza un mese fa. All'insegna del tema della solidarietà sono stati assegnati i premi Corrireggio, significativo riconoscimento attribuito alle "virtù civiche". Alla nutrita delegazione rosarnese guidata dal sindaco Elisabetta Tripodi è andato il Pinakes per gli sforzi di integrazione. Ad accompagnarla alcuni atleti-contadini della Guinea Bissau, del Mali, di Burkina-Fasu e del Senegal. Al movimento contro la centrale a Carbone per lo sviluppo pulito di Saline è andato il 13. memorial Pippo Ponzio: "Tanti anni fa a Gioia Tauro abbiamo vinto, a Saline vinceremo ancora". Questo il motto del movimento cui anche Legambiente aderisce.
Altro riconoscimento alla Viola Basket rappresentata dal general manager Sergio Zumbo, per l'auspicio che torni ad essere prestissimo una delle bandiere sportive della città ai massimi livelli agonistici. Ed infine il premio più sentito Corrireggio 2011 è andato al fotografo Osvaldo Pieroni che ha realizzato la mostra fotografica "I passi della solidarietà" esposta sotto le volte trasparenti del Tapis-roulant.
Tornando alla gara questa si è svolta senza particolari incidenti nonostante la scarsità di transenne, tutto ciò grazie anche all'apprezzabile impegno dei vigili urbani, supportati dai gruppi di protezione civile e dai radioamatori. Il Comitato Provinciale Fidal e la Federazione Italiana Cronometristi hanno assicurato alla manifestazione la consueta competente assistenza. All'arrivo al parcheggio del Lido Comunale, il punto ristoro dove i volontari Lidia Liotta, Paola Nasti, Maria Teresa Chindemi, Marinella Arria e Francesco Barillà hanno preparato panini per atleti. A sorvegliare e coordinare, la presidente del circolo reggino di Legambiente Maria Caterina Gattuso. Corrireggio si concluderà stasera con la cerimonia di premiazione alle ore 18 alla Provincia

giovedì 28 aprile 2011

Commissione XIII

Commissione XIII

11.

Giovedì 24 marzo 2011

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:



Russo Paolo, Presidente ... 2





INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SITUAZIONE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI FENOMENI DI ILLEGALITÀ CHE INCIDONO SUL SUO FUNZIONAMENTO E SUL SUO SVILUPPO



Audizione del sindaco di Rosarno, avvocato Elisabetta Tripodi:



Russo Paolo, Presidente ... 2 5 11 13 15 19 22 23

Dima Giovanni (PdL) ... 11

Delfino Teresio (UdC) ... 18

Fiorio Massimo (PD) ... 17

Lo Moro Doris (PD) ... 13 15

Tripodi Elisabetta, Sindaco di Rosarno ... 2 5 19 23

Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IR; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.



COMMISSIONE XIII

AGRICOLTURA

Resoconto stenografico



INDAGINE CONOSCITIVA





--------------------------------------------------------------------------------



Seduta di giovedì 24 marzo 2011



--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 2



--------------------------------------------------------------------------------



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO

La seduta comincia alle 15,25.



(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).





Sulla pubblicità dei lavori.





PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.





Audizione del sindaco di Rosarno, avvocato Elisabetta Tripodi.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione del sistema agroalimentare con particolare riferimento ai fenomeni di illegalità che incidono sul suo funzionamento e sul suo sviluppo, l'audizione del sindaco di Rosarno, avvocato Elisabetta Tripodi.

Do la parola al sindaco di Rosarno, ringraziandolo per aver prontamente accolto l'invito.



ELISABETTA TRIPODI, Sindaco di Rosarno. Ringrazio il presidente e tutti i deputati della Commissione presenti, anche per l'invito rivoltomi per ascoltare la situazione del mio paese soprattutto per quanto riguarda l'agricoltura.

La produzione agricola nel nostro territorio - la Calabria ha quasi 40 mila ettari di produzione agrumaria - è prevalentemente destinata agli agrumi. Nella piana di Rosarno c'è una produzione di arance di scarsa qualità, non adatte alla





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 3



--------------------------------------------------------------------------------



commercializzazione: per lo più si coltiva una varietà denominata biondo comune. Questo tipo di agrume viene destinato quasi esclusivamente all'industria della trasformazione per i succhi concentrati, ma non per quelli bevibili freschi. In Italia la percentuali di tali succhi concentrati per le bevande è pari a circa il 12 per cento, mentre in altri paesi essa è ancora più bassa.

Quest'anno, a Rosarno, la crisi agricola nel settore agrumario ha raggiunto livelli inimmaginabili. Il prezzo delle arance è crollato a circa 7 centesimi al chilo e l'agricoltore non raccoglie più le arance. Infatti, nel giro di un decennio si è passati da 1500 lire al chilo a questi prezzi irrisori che non consentono né di sostenere i costi per la coltivazione del prodotto, né quelli affinché il prodotto venga raccolto. Alle spalle di questa crisi che - ripeto - ha nella stagione 2010-2011 ha raggiunto così alti livelli, vi è anche la trasformazione del sistema di aiuto europeo. Infatti, mentre prima esso si basava sulla quantità di prodotto, adesso si basa sull'ettaro e gli aiuti - a un prezzo molto basso, meno di mille euro a ettaro - vengono dati direttamente all'agricoltore che si è adagiato già da quest'anno e preferisce non raccogliere il prodotto. Una delle cause della rivolta dell'anno scorso - credo che tutti conosciate Rosarno per via dell'effetto mediatico avuto dalla rivolta degli immigrati - è proprio riconducibile alla crisi dell'agricoltura. Tale rivolta, infatti, è stata dovuta a una serie di eventi concomitanti. Innanzitutto, per quanto riguarda la presenza sul territorio, ricordo che Rosarno, secondo un rapporto di medici senza frontiere, dopo Napoli e Foggia è il comune che presenta il più alto tasso di immigrazione in proporzione alla densità di popolazione. Rosarno è un comune di 15 mila abitanti. L'anno scorso ha registrato l'arrivo di circa 2000-2500 immigrati africani. In più,





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 4



--------------------------------------------------------------------------------



da circa vent'anni, vi è una presenza di un'immigrazione stanziale che proviene dai paesi dell'Europa dell'Est. Si tratta, per lo più, di donne integrate nel tessuto sociale. Allo stesso tempo, sono presenti a Rosarno anche immigrati provenienti dall'India e dalla Cina.

A Rosarno, in agricoltura, l'irregolarità è legata alla presenza dei lavoratori stagionali africani con forti tensioni sociali e con una presenza sul territorio che l'anno scorso aveva raggiunto livelli inimmaginabili. L'assenza di condizioni dignitose di vita di queste persone e il lavoro nero, vennero fuori allorché esplose la protesta. Essa fu dovuta al notevole abbassamento della richiesta di lavoro, a sua volta dovuto al fatto che non era più conveniente raccogliere il prodotto, e al continuo aumento invece della presenza di lavoratori stagionali. Essi non erano clandestini. Erano forniti di permesso di soggiorno, ma avendo perso il lavoro nelle fabbriche del nord-est, si erano riversati in Calabria, nella piana di Rosarno soprattutto, in cerca di una possibile lavoro. Io sono sindaco da appena tre mesi - il comune, durante i fatti, era stato sciolto per mafia ed era gestito da una commissione straordinaria - e nonostante tutto quest'anno, alla stagione degli agrumi, i migranti sono tornati. Non vi sono stati scontri con la popolazione; vi è stata tolleranza reciproca, però paradossalmente le condizioni di queste persone sono peggiorate. Infatti, è vero che non ci sono più i ghetti, ma è anche vero che rispetto alla loro presenza sul territorio non ci sono condizioni alternative. Abbiamo attrezzato, quindi, in gran fretta, con l'aiuto della Protezione civile, un campo provvisorio che sarà destinato a chiudere nel mese di aprile. Dunque, i migranti presenti con il permesso di soggiorno sono stati alloggiati nei container utilizzati dalla Protezione civile in occasione dei terremoti e dispongono di acqua calda per le





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 5



--------------------------------------------------------------------------------



docce e di tutti i comfort. Quindi il rapporto con la popolazione e le condizioni di vita dei migranti sono migliorati anche se, ovviamente, il comune da solo non può farcela ad affrontare una situazione che per numeri ed entità non è sicuramente affrontabile.

Tuttavia, quello che mi preme sottolineare è che la stessa magistratura ha dato atto della mancanza di una regia da parte della criminalità organizzata all'interno dei fatti di Rosarno. Vi sono stati dei soggetti legati agli ambienti criminali durante i fatti e la rappresaglia nei confronti dei neri, ma non c'è stata una regia occulta o comunque un interesse della criminalità a far scoppiare quella rivolta. Sarebbe stato quasi controproducente. Quello che è venuto dopo, ossia il controllo del territorio, i controlli in agricoltura, avrebbe quasi arrecato danno a questa situazione.



PRESIDENTE. Mi perdoni se la interrompo, sindaco, ma sono costretto a sospendere la seduta per l'inizio di votazioni in Assemblea.



La seduta, sospesa alle ore 15,30, è ripresa alle ore 16,05.





PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori.

Do nuovamente la parola all'avvocato Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno.



ELISABETTA TRIPODI, Sindaco di Rosarno. Stavo parlando delle caratteristiche della produzione agrumaria del mio paese e della crisi dell'agricoltura, dovuta al crollo del prezzo delle arance che quest'anno ha raggiunto i minimi storici, 7 centesimi al chilo. Gli agricoltori non hanno più raccolto il prodotto perché non è conveniente e non riescono nemmeno a sostenere i costi. Si sono limitati, perciò, ad accettare il





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 6



--------------------------------------------------------------------------------



minimo della compensazione europea, che viene attribuita per ettaro. In realtà, si tratta di un reddito molto basso - circa 800 euro a ettaro - perché è suddiviso su tutta la superficie agrumaria d'Italia, compresa quella della Sicilia, che ha delle caratteristiche di agricoltura profondamente diverse, con tipi di arance richieste dal mercato.

Peraltro, la crisi dell'agricoltura si intreccia con il tema, che pure avete affrontato nella vostra indagine, del lavoro nero, dell'uso dell'immigrazione in agricoltura, e con i fenomeni di sfruttamento della manodopera che si sono verificati nel corso di questi ultimi anni e che hanno riguardato soprattutto l'immigrazione, in special modo quella africana.

Credo che vi debba essere un sistema della manodopera diverso da quello attuale. Una delle caratteristiche del nostro territorio è l'estensione fondiaria molto piccola; non abbiamo latifondo, bensì un'estensione terriera che, in alcuni casi, raggiunge un ettaro e mezzo, massimo due. Ciò significa che per raccogliere il prodotto, impiegando cinque operai, possono servire 15-20 giorni di lavoro e mettere in regola la manodopera, con i costi attuali, diventa sempre più difficile. A questo proposito, si era molto parlato dell'utilizzo dei voucher in agricoltura, ma questo sistema non è decollato. Infatti, è stato utilizzato pochissimo perché incontra dei limiti legislativi. Vi è poi anche il problema dell'elevato costo: poiché un voucher costa 10 euro, sette ore costerebbero quindi 70 euro, che andrebbero a incidere per più del 50 per cento - dati i prezzi attuali - sui ricavi dell'agricoltore.

Inoltre, la nostra è un'agricoltura vecchia, che non si è modernizzata e quindi non riesce a reggere la sfida con i mercati. Occorrerebbe, perciò, riconvertire il mercato agricolo e le varietà colturali, ovvero sostituire quelle non pregiate con altre che potrebbero trovare sbocco sul mercato e, quindi,





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 7



--------------------------------------------------------------------------------



essere adatte alla commercializzazione piuttosto che alla trasformazione industriale. Infatti, non solo le nostre arance non sono acquistate dall'industria per la trasformazione, ma il succo concentrato calabrese non regge più il confronto con quello brasiliano. L'apertura dei mercati e la sfida della globalizzazione hanno fatto sì che le nostre arance non fossero più appetibili per la loro vocazione naturale - quella dell'industria - perché i costi sono elevati. Bisognerebbe dare, pertanto, un sostegno al mancato reddito degli agricoltori per incentivarli a rinnovare gli agrumeti; infatti, un agrumeto, se deve essere estirpato e nuovamente ripiantato, impiega sette-otto anni per essere di nuovo produttivo e generare reddito.

Sarebbero necessarie, quindi, misure di sostegno al mancato reddito, anche per invitare l'agricoltore a sviluppare attività di nicchia, indirizzate ad esempio verso l'arancia biologica, che riesce a essere esportata. A questo proposito, c'è stato anche un gemellaggio e le arance di Rosarno sono state vendute da alcuni gruppi solidali a Budrio, in provincia di Bologna. Si tratta, però, di arance coltivate nel rispetto dei dettami dell'agricoltura biologica e senza il ricorso alla manodopera in nero. Si certifica, infatti, che la manodopera impiegata nella raccolta è in regola dal punto vista previdenziale.

Su questo tema, con la Commissione regionale per l'emersione del lavoro nero, la Prefettura di Reggio Calabria e le istituzioni presenti sul territorio (le direzioni provinciali dell'INPS, dell'INAIL e le confederazioni degli agricoltori) si sta tentando di giungere verso luglio - il tavolo è partito il 10 marzo scorso - a un patto per l'emersione del lavoro nero che riguardi principalmente i lavoratori immigrati extracomunitari





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 8



--------------------------------------------------------------------------------



(della peculiarità e della cospicua presenza a Rosarno di questa immigrazione ne ho già parlato) e che sfrutti le risorse del PON Sicurezza.

Nello stesso tempo, vi sono una serie di proposte da indirizzare al Piano di sviluppo regionale (PSR), che terminerà nel 2013, per aiutare gli agricoltori. Ad esempio si potrebbero prevedere forme di sostegno alla ristrutturazione dei fabbricati agricoli, in maniera che la manodopera immigrata impiegata, poiché il problema fondamentale della nostra zona è l'alloggio, trovi una collocazione dignitosa e umana e non si ripetano più i fenomeni dell'anno scorso, dovuti, secondo me, a una molteplicità di concause, quali un elevato numero di immigrati come non si era mai verificato, una crisi profonda dell'agricoltura e alcune tensioni sociali.

Del resto, un tessuto economico come il nostro, proprio perché basato sull'agricoltura, è diventato sempre più debole; c'è una fortissima domanda di lavoro che, a causa della vocazione della piana solamente agricola, non trova sbocco in altre realtà e questo sta comportando notevoli problemi dal punto di vista sociale.

Quest'anno la convivenza con l'immigrazione è andata molto meglio, anche perché è stato allestito - subito dopo la mia elezione, avvenuta il 13 dicembre - grazie all'aiuto della regione Calabria, un campo provvisorio di accoglienza che terminerà ad aprile. Certo, esso ha un numero di posti limitato, potendo accogliere solo 80 persone rispetto alle 600 circa presenti al momento sul nostro territorio. D'altra parte, queste 600 presenze sono meno di un quarto rispetto alle cifre dell'anno scorso, quando raggiungevamo circa le 2.000.

Per di più, quest'anno tali persone hanno lavorato pochissimo - uno o due giorni alla settimana - ma si accontentano comunque di rimanere da noi per le temperature meno rigide





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 9



--------------------------------------------------------------------------------



(la stagione degli agrumi va da ottobre a marzo). Esse preferiscono svernare e poi partire verso aprile per seguire il corso dell'agricoltura. Infatti, ora si stanno spostando verso la Puglia, Napoli oppure la Sicilia, dove ci sono altri tipi di raccolta, per poi tornare nuovamente a ottobre.

Tornando alle risorse, in seguito ai fatti dello scorso anno abbiamo ricevuto circa 1 milione e 800 mila euro dal Ministero dell'interno, che saranno utilizzati per la costruzione di un centro d'accoglienza permanente - in questi giorni è in corso la gara d'appalto - che avrà 150 posti letto e sorgerà su un bene confiscato alla mafia; questo anche per lanciare un segnale alla popolazione, unendo i due problemi principali del nostro territorio.

È notizia della settimana scorsa che, nell'ambito dei Piani di sviluppo urbano finanziati dalla regione Calabria, verranno destinati altri 2 milioni e mezzo di euro alla città di Rosarno per l'accoglienza e per la costruzione di strutture abitative a favore delle categorie svantaggiate.

Tuttavia, la ferita dell'anno scorso è ancora aperta. L'aspetto che sta emergendo e che mi ha sorpreso - c'è un'indagine della magistratura sugli eventi dell'anno scorso che ha portato all'arresto di 31 persone per lo sfruttamento della manodopera e truffa agli enti previdenziali - è che tra gli stessi lavoratori extracomunitari vi erano i caporali. In pratica, il caporalato nasceva tra le loro etnie (vi è una divisione per etnie all'interno delle comunità africane); i caporali prendevano 3 euro da ciascun lavoratore extracomunitario su una paga di 25 euro. Quando l'anno scorso si è tentato di alzare questo prezzo da 3 a 5 euro, a causa di un eccesso di offerta di braccia, sono cominciate le prime tensioni tra loro, culminate, anche per le condizioni di vita che conducevano e per





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 10



--------------------------------------------------------------------------------



la reazione dei rosarnesi, in quei fatti che tutti conoscete e che il comune sta affrontando, con l'aiuto della popolazione e di associazioni di volontariato molto attive sul territorio.

Resta il fatto che questo problema lo viviamo da vent'anni e, certamente, non è nato l'anno scorso. Lo scorso anno vi è stata prestata attenzione, mentre prima si preferiva far finta che il problema non esistesse sia perché il fenomeno era transeunte, sia perché faceva comodo un po' a tutti. Oggi i controlli in agricoltura sono stati molto intensificati e ci sono sanzioni molto pesanti. Ciò ha fatto sì che parte dell'immigrazione sia stata sostituita da una nuova immigrazione, quella bulgara e rumena. Infatti questi, essendo lavoratori neocomunitari, riescono più facilmente a mettersi in regola con i documenti e quindi possono essere regolarizzati e assunti dal datore di lavoro.

Ad ogni modo, credo che, se non si affronterà il problema fondamentale della crisi del nostro mercato, questo fenomeno non si correggerà. Infatti, non abbiamo solo difficoltà relative alla non apprezzabilità del nostro prodotto in termini di varietà, ma soprattutto di distanza dei luoghi distributivi, di mancanza di una filiera commerciale e di un aiuto all'inserimento nella distribuzione. Con una simile crisi, che sembra ormai irreversibile, si rischia la fine dell'agricoltura, a cui si sta assistendo in maniera quasi impotente. Insomma, c'è molta rassegnazione.

Ritengo che la difficoltà maggiore sia la mancanza di cooperative vere tra gli agricoltori; questo perché nei vent'anni precedenti gli aiuti europei conferiti alla nostra regione e, soprattutto, alla nostra piana, sono andati sprecati a causa dei diffusi meccanismi truffaldini che alteravano la quantità di prodotto trasformato, falsando, in tal modo, il mercato.





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 11



--------------------------------------------------------------------------------



Quando è l'aiuto europeo si è modificato, ovvero quando la compensazione non ha più riguardato la quantità prodotta, bensì l'ettaro, è crollato anche il prezzo.

In questo contesto, l'agricoltore, abituato all'assistenzialismo, si è trovato improvvisamente a fare i conti con un mercato che non tira più, dove non c'è più una domanda.



PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.



GIOVANNI DIMA. Chiedo scusa soprattutto al sindaco, che ha avuto l'amabilità di aspettarci, se sarò costretto a lasciare in anticipo la seduta. Intanto, vorrei sottolineare la capacità del sindaco di rappresentare il contesto sociale della sua città. Ho apprezzato, poi, il suo aver evidenziato, in premessa alla questione del lavoro nero in agricoltura, la condizione strutturale di questo settore nel suo comune.

A questo proposito, mi permetto di ricordare alla Commissione che il problema del comparto agricolo, o meglio agrumicolo, della piana di Rosarno è antico ed è legato al fatto che tale area, soprattutto quella di antica tradizione agrumicola, non ha saputo cogliere, a causa di diverse dinamiche, le opportunità offerte dalla regione Calabria e soprattutto dai fondi della Comunità europea. Del resto, nel comparto agrumicolo della regione, l'impianto produttivo della piana di Rosarno è quello più antico, ragione per cui si producono varietà ormai non più appetibili per il mercato. Inoltre, il sistema produttivo non è più competitivo e lo scenario produttivo è in ritardo rispetto anche al resto della Calabria. Infatti, in confronto al settore agrumicolo della piana di Lamezia Terme, di Sibari o di alcune aree del crotonese, il ritardo maggiore si registra proprio nella piana di Rosarno.





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 12



--------------------------------------------------------------------------------





Come ha ricordato il sindaco, la produzione tipica di quel territorio è il vecchio biondo comune che, rispetto allo scenario mediterraneo, non è più competitiva. Allora se è vero, com'è vero, che il prodotto è venduto a 7 centesimi - 14 lire circa, per capirci - è chiaro che il contesto del territorio non può non produrre le tensioni sociali di cui parliamo diffusamente da un anno a questa parte.

Questo non significa che gli altri territori della Calabria vivano di ricchezza assoluta su questo versante. Tuttavia, per esempio, le colture delle aree della piana di Sibari, votate ai clementineti piuttosto che agli aranceti, riescono a collocarsi meglio sul mercato perché il prodotto è ancora competitivo.

Ciò detto, va ricordata la vicenda dei riflessi sociali per cui Rosarno è arrivata alla ribalta nazionale. Su questo, credo che il sindaco abbia fatto bene a ricordare gli interventi di questi ultimi mesi o addirittura giorni: la filiera del PON Sicurezza che il Ministero dell'interno ha a disposizione per misure come l'accoglienza, l'intervento della regione Calabria e così via. Insomma, il sindaco ha ricordato quello che le istituzioni possono fare. Tuttavia, oggi, attraverso la sua testimonianza, abbiamo ribadito la criticità complessiva del lavoro nero.

Mi spiego meglio: al di là dell'episodio di Rosarno e della specificità delle caratteristiche produttive agrumicole di quel territorio, il problema del lavoro nero si inserisce dentro un contesto più articolato e diversificato da zona a zona. Non è che il problema altrove non esista; forse la manodopera sarà più «dignitosamente» pagata, ma sempre di lavoro nero si tratta. Peraltro, in agricoltura, questo fenomeno non è legato solo agli extracomunitari, ma anche ai neocomunitari e agli stessi italiani.

D'altronde, emerge in modo abbastanza evidente che meno competitiva è l'agricoltura e più si tende a speculare sui costi





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 13



--------------------------------------------------------------------------------



di produzione e della raccolta, soprattutto nell'ambito di una produzione agricola del cosiddetto «fresco», che deve essere raccolta nel periodo di maturazione e poi diretta, nei casi migliori, alla grande distribuzione oppure - come diceva il sindaco - all'industria del succo, utilizzando quindi, un sistema ancora più articolato.

Nel rinnovare il mio dispiacere per dover lasciare la seduta senza attendere gli interventi degli altri colleghi e la replica del sindaco, credo che, alla fine di questo ciclo di audizioni, si possa fare una sintesi della documentazione raccolta per cercare di tradurla in termini di iniziativa parlamentare, cogliendo i vari segmenti del ragionamento. Infatti, in questo ambito, si intrecciano aspetti prettamente produttivi, quindi agricoli, ma anche aspetti che riguardano la politica sociale, che forse questo Governo dovrebbe trattare con maggiore attenzione.



PRESIDENTE. È ovviamente condivisibile la prospettiva in merito al lavoro di questa Commissione. L'indagine conoscitiva si concluderà con una relazione che dovrà tener conto degli aspetti di competenza di questa Commissione, senza sottacere gli altri e senza sconfinare in competenze e responsabilità di altre Commissioni.



DORIS LO MORO. Sono qui in sostituzione dell'onorevole Nicodemo Oliverio, che sta vivendo un momento positivo per la sua famiglia perché proprio oggi si laurea sua figlia. Del resto, solo un simile evento poteva tenerlo lontano da questa Commissione in un momento così importante e qualificato come l'audizione del sindaco di Rosarno.

Vorrei evidenziare che questa audizione ha una caratteristica particolare, a causa di diverse circostanze, e non solo per la qualità del nostro interlocutore. Ciò che è successo a





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 14



--------------------------------------------------------------------------------



Rosarno consente all'attuale sindaco, in carica da appena tre mesi, di parlare di questi problemi con assoluta onestà, senza nessun retropensiero. D'altra parte, i problemi di Rosarno sono sotto gli occhi di tutti e questa può essere proprio l'occasione per tutti noi per complimentarsi con il sindaco per aver accettato una scommessa così difficile. Gli eventi del 7 gennaio dell'anno scorso sono stati sotto i riflettori nazionali e la situazione che si è creata a Rosarno - lo ripeto - è molto difficile e l'aver accettato questo testimone dimostra che siamo davanti a una donna molto coraggiosa. Del resto, anche le parole dell'onorevole Dima ne hanno riconosciuto la qualità dell'intervento, perciò non mi dilungo.

Parlavo di assoluta onestà perché i problemi che ha enunciato il sindaco sono in parte problemi di Rosarno e della piana, e in parte problemi calabresi in senso più ampio. Sono d'accordo con il collega Dima quando afferma che anche in agricoltura la situazione della Calabria è a macchia di leopardo; infatti, vi sono altre zone della regione che hanno sfruttato di più - non voglio adesso cercare di interrogarci sul perché - le occasioni finanziarie.

Condivido, quindi, l'intervento dell'onorevole Dima, ma vorrei precisare che se Rosarno non è né Corigliano, né la piana di Lamezia Terme, anche in quelle zone, comunque, esistono tanti problemi, il lavoro nero e gli immigrati. È bene chiarire questo punto, altrimenti sembra che siano problemi esclusivi di Rosarno, mentre non è così. In Calabria - e non solo in Calabria, anche se stiamo adesso parlando di essa - gli immigrati ci sono e sappiamo che il problema è scoppiato a Rosarno per via delle le condizioni disumane di vita in cui erano tenuti i lavoratori. Si tratta, però, di un fenomeno molto diffuso che esula forse dall'esame di questa Commissione, interessata soprattutto agli aspetti legati all'agricoltura; tuttavia,





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 15



--------------------------------------------------------------------------------



en passant, vorrei evidenziare che sarebbe un errore madornale localizzare su Rosarno gli interventi specifici, i controlli, le agevolazioni e tutti gli strumenti che possono essere messi in campo per lavorare per l'emersione del lavoro nero perché, in tal modo, faremmo un torto all'intera Calabria.

Consideriamo, quindi, Rosarno come caso specifico ed emblematico dove tutto si amplifica, ma non come caso unico, perché non è così; a Sibari, come a Lamezia Terme e in altre zone della Calabria il lavoro nero è presente in modo massiccio e mancano i controlli, che probabilmente in questo momento sono più presenti a Rosarno che altrove, perché questa città è sulla ribalta nazionale. Peraltro, il discorso vale sia per i controlli sia per le agevolazioni - parlando in positivo - finalizzate all'emersione, che dovrebbero esserci dappertutto.

Dal punto di vista di questa Commissione, c'è un aspetto che vorrei sottoporre alla vostra attenzione. Anzi, mi scuso, presidente, se non posso sostituire la competenza dell'onorevole Oliverio; lo sto sostituendo, ma faccio parte di un'altra Commissione, e non vi sfuggirà che non parlo in maniera appropriata come voi. Mi scuso per questo, presidente.



PRESIDENTE. Onorevole Lo Moro, lei è fin troppo competente e garbata.



DORIS LO MORO. Una specificità che sottolineerei come un valore per capire come andare avanti è il fatto che la piana di Gioia Tauro è caratterizzata da un'agricoltura tradizionale, quindi non competitiva (infatti, l'arancia bionda non è competitiva in alcun mercato). Ecco, dobbiamo riflettere su questo perché, siccome il reimpianto richiede tempi di produzione lunghi prima di poter ottenere nuovi ricavi, bisogna capire come affrontare questo tema. Del resto, è comunque un valore





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 16



--------------------------------------------------------------------------------



che la piana continui ad essere caratterizzata da questa produzione, sia pure non competitiva.

Nella sua relazione il sindaco ha sottolineato l'importanza del sostegno per il mantenimento delle colture - cosa che oggi si fa in maniera minimale, principalmente da parte dell'Europa - senza il quale non staremmo nemmeno a parlare di questi impianti perché saremmo all'abbandono totale. Altri aspetti riguardano il sostegno all'agricoltura biologica, i maggiori controlli, la ristrutturazione degli alloggi; tutti elementi evidenziati nella relazione del sindaco con estrema onestà, anche chiarendo quali sono i provvedimenti in corso.

Credo, però, che a livello nazionale questa Commissione possa contribuire a compiere un salto di qualità con provvedimenti che so essere già all'attenzione della Commissione stessa, come quello della tutela dell'arancia. Il biondo - mi scuserete se non mi esprimo con competenza - non sarà un elemento di qualità dal punto di vista della commercializzazione del prodotto, ma, se si tratta di produrre succo, la questione potrebbe essere diversa, almeno nell'immediato. Questo, però, non avviene nella piana di Gioia Tauro. Credo, invece, che tutelare il prodotto e costringere anche l'Europa a farlo, in modo che non possa essere sostituito da un surrogato, possa essere indirettamente una risposta a questo problema.

Per il resto, credo che la relazione del sindaco debba essere attentamente esaminata dai componenti della Commissione e che, quindi, nel prosieguo ci sarà una valutazione più ponderata e anche più competente. Intanto, mi complimento con il presidente della Commissione e con i singoli componenti per questo tipo di audizioni. Infatti, riflettevo sul fatto che in Assemblea, in un question time, io e un altro collega calabrese abbiamo affrontato questi problemi sotto il profilo del controllo che, all'epoca, era stato ridotto anziché accentuato. Ecco,





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 17



--------------------------------------------------------------------------------



credo che la conoscenza dei problemi, sia pure in sede di una Commissione specifica, pur senza andare sul territorio, attraverso queste audizioni che aiutano a ricostruire ciò che avviene sul territorio, sia di estrema qualità. Quindi, mi sembra che sia importante la testimonianza acquisita, come pure considero positivo il metodo di questa Commissione - evidentemente consolidato da tempo - a cui sento di dover esprimere un plauso.



MASSIMO FIORIO. Innanzitutto, do il benvenuto al sindaco, a cui vorrei chiedere alcuni brevi e puntuali chiarimenti. Nella prima parte, se ho capito bene, lei ha detto che, paradossalmente, le condizioni sono peggiorate. Le chiedo, quindi, se può riassumermi le sue considerazioni.

Per quanto riguarda, invece, i rapporti con le forze dell'ordine e quindi con la prefettura, vorrei sapere, da allora, che tipo di relazione si è instaurata.

Il terzo elemento concerne i proprietari. Lei ha parlato dell'atomizzazione fondiaria caratteristica di quelle parti e della difficoltà di accedere alla manodopera in un certo modo. Poi ha parlato anche dell'inefficacia del meccanismo dei voucher in agricoltura, a causa della compressione del prezzo del prodotto che non consente di utilizzare tale strumento che in altre parti del Paese ha dato sollievo rispetto ad altri criteri, nemmeno per raccolte brevi, come quelle di dieci-quindici giorni.

Mi incuriosiva, inoltre, anche rispetto alla domanda posta dall'onorevole Dima, il fatto che vi sono altre aree più evolute per il tipo di prodotto e per le attività che vi si svolgono. Ecco, vorrei capire perché non si è riusciti ad attivare - come è accaduto in altre aree, che si sono rese più competitive da questo punto di vista - gli strumenti della regione (come il PSR) e di altri istituti. Vorrei conoscere, pertanto, le ragioni





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 18



--------------------------------------------------------------------------------



strutturali, e capire se è soltanto il tipo di proprietà, se le organizzazioni dei produttori (Coldiretti e via dicendo) hanno diffuso le giuste informazioni e se l'ente pubblico può supportare quello che i produttori stessi non riescono a fare.

Insomma, quali sono gli elementi strutturali per innescare un processo virtuoso o, comunque, di miglioramento di cui quelle zone, rispetto ad altre, hanno bisogno?



TERESIO DELFINO. Apprezzo la disponibilità del sindaco, che ringrazio. Lo scorso anno sono stato a Rosarno con il Comitato Schengen e ho potuto conoscere la complessità della situazione e constatare con gli occhi la realtà. Ho appreso dal suo intervento che la situazione risulta particolarmente grave e difficile. Ad ogni modo, rispetto alla sua illustrazione vorrei svolgere delle brevissime osservazioni.

Lei ha affermato che il contributo PAC di 1.000 euro circa all'ettaro scoraggia ancor di più una qualificazione, un utilizzo, una riconversione di questa produzione. Poi ha aggiunto che la presenza degli immigrati è un fenomeno oramai consolidato perché, non avendo in questi tempi di crisi altra opportunità, alla fine queste persone si adeguano e, quindi, tornano ciclicamente ogni anno, girando tra le produzioni che offrono qualche possibilità di lavoro. Nel contempo, ha ricordato che c'è stato un sostegno del Governo al fine di realizzare alcune strutture di accoglienza. Tuttavia, la sua relazione mi fa sorgere - al di là dell'impegno, che riconosco - alcune domande.

La prima è se esiste qualche prospettiva, ovvero se c'è un disegno della regione - anche per le sue competenze nel settore agricolo - o degli enti locali, constatato che per questa produzione vi è un mercato con molta concorrenza, non essendo clementine. Peraltro, si raccontava prima che in Cina ci sono degli agrumeti straordinari. A parte ciò, mi domando





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 19



--------------------------------------------------------------------------------



quale prospettiva ha questa produzione in questo territorio se non si lega - visto che noi stiamo facendo un'indagine conoscitiva sull'agroalimentare - a un progetto di utilizzo di questo prodotto.

In un altro intervento si diceva di far emergere la sua specificità; comunque, bisogna ragionare in termini di trasformazione agroalimentare, perché la produzione e la commercializzazione non danno possibilità di guadagno. Allora, questa è la prima domanda che porremo, magari anche con un'iniziativa specifica nel settore dell'agrumicoltura.

L'altra domanda - per certi versi anticipata dall'onorevole Fiorio - riguarda la questione della legalità. A tale proposito, devo dire che fui negativamente impressionato dalla scarsa concezione statuale mostrata dagli organi dello Stato che da noi furono convocati in audizione a porte chiuse. Infatti, in quell'occasione constatammo che c'era una valutazione non del tutto omogenea rispetto al ruolo e, anche, alle provocazioni che personalmente avevo avanzato, sostenendo l'inconcepibilità di quei comportamenti. Vorrei dunque sapere se anche sotto questo profilo - al di là delle scarse risorse, che, specialmente in tempo di crisi, rappresentano una motivazione imprescindibile, anche se relativamente semplice rispetto all'affermazione delle ragioni della legalità e della statualità - lei ci può dare qualche motivo di speranza affermando l'emergenza di una nuova coscienza da questa tragedia. O stiamo come prima e peggio di prima, come mi pare di aver capito dalla prima parte della sua relazione?



PRESIDENTE. Do la parola al sindaco di Rosarno per la replica.



ELISABETTA TRIPODI, Sindaco di Rosarno. Ho detto quella frase, ovvero che paradossalmente quest'anno è peggio





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 20



--------------------------------------------------------------------------------



di prima, perché dopo il grande clamore mediatico suscitato dai fatti del gennaio dell'anno scorso e dopo i fiumi di parole, quando sono stata eletta - il 13 dicembre, a stagione degli agrumi già iniziata - gli africani erano tornati e stavano peggio di prima.

I due ghetti della vergogna erano stati distrutti, ma queste persone non sapevano dove andare. Ciò è dovuto anche a una loro abitudine mentale: esse, per un fatto di costume - provengono per lo più da Ghana, Burkina Faso, Mali, Congo e Costa d'Avorio, e appartengono a quasi tutte le etnie centrafricane - si raccolgono in comunità e stanno tra di loro. Pertanto, quest'anno hanno occupato dei casolari di campagna abbandonati, ancora più lontani dai centri abitati, anche fuori dal territorio di Rosarno.

Quando siamo arrivati abbiamo trovato, dunque, questa gente che stava peggio di prima. Non c'era niente, al di là delle promesse; i soldi sono arrivati, ma il centro deve essere ancora realizzato e non avrà tempi brevi. Infatti, va in appalto oggi e ci vorranno 24 mesi per la costruzione; oltretutto potrà ospitare cento persone, dunque non risolverà il problema dell'accoglienza. Il programma SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), attuato dal Ministro dell'interno, è destinato a poche unità di persone. Si tratta di un progetto che in alcune realtà della Calabria, come Riace e Caulonia, ha avuto un buon impatto, anche ai fini della rivalutazione dei borghi piccoli. Comunque, i commissari straordinari che gestivano il comune non hanno partecipato e ciò ha reso impossibile per i prossimi due anni accedere a questi fondi, quindi alla possibilità di ristrutturare case e di adottare una forma di accoglienza che si coniughi anche con l'integrazione.





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 21



--------------------------------------------------------------------------------





Pertanto, ci siamo attrezzati nell'emergenza. Mi sono trovata davanti a una scelta, relativa alla delimitazione di un'area, effettuata dalla commissione straordinaria di concerto con la prefettura e con la regione Calabria e con un intervento di protezione civile. Quindi, con le poche risorse che avevamo - circa 35.000 euro - e un'impresa locale che ha offerto la propria manodopera gratis, per ulteriori 15.000 euro circa, siamo riusciti ad allestire un campo provvisorio con container, in cui vivono 80 persone. Ciò nonostante, è un campo provvisorio perché la protezione civile agisce solo nell'emergenza, per cui il prossimo 20 aprile verrà smantellato e a settembre mi ritroverò nella stessa situazione di dover affrontare l'accoglienza senza una programmazione di lungo periodo.

D'altronde, i 2 milioni e mezzo di euro che verranno destinati a Rosarno per la costruzione di alloggi - l'ho scoperto proprio in questi giorni - richiederanno i tempi burocratici necessari, ovvero due o tre stagioni. Il numero di presenze è, però, talmente elevato che da soli si fa difficoltà a gestirle, anche se abbiamo un rapporto stretto con le forze dell'ordine e con la prefettura, e ci sono diversi tavoli aperti in cui Rosarno è messa al centro di qualunque iniziativa sia per quanto riguarda il lavoro nero sia la crisi dell'agricoltura.

Mi è stato chiesto perché la nostra piana non è come le altre. La risposta è che ci sono dei ritardi storici, ma anche delle particolari condizioni climatiche. Si è tentata negli anni Settanta una prima riconversione del biondo comune, ma sono state fatte delle scelte sbagliate poiché sono state introdotte alcune varietà tipiche dell'agricoltura siciliana, come il moro e il tarocco, cioè l'arancia rossa, che sono consigliabili per i succhi bevibili e non per il succo concentrato. Inoltre, per le caratteristiche climatiche della nostra zona, che presenta frequenti gelate, tali varietà non riuscivano a raggiungere una





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 22



--------------------------------------------------------------------------------



maturazione sufficiente. A metà anni Ottanta, la regione Calabria ha tentato una riconversione in pescheti, ma nemmeno i pescheti andavano bene perché gelavano. Anche in quel caso i finanziamenti sono stati male utilizzati, perché probabilmente non c'era competenza nelle aziende regionali.

Riguardo al futuro, non saprei qual è la prospettiva. Probabilmente il nuovo assessore regionale all'agricoltura dovrà tentare qualcosa, anche perché questo tipo di politica agricola finirà nel 2013.

Riguardo alla compensazione a ettaro, questa ha fatto sì che ormai l'agricoltore prende quei pochissimi soldi e, non riuscendo nemmeno con quelli a coltivare il terreno, vive alla giornata. Pertanto, io non vedo una prospettiva di lungo periodo, al momento, sul territorio. Anche nei vari cambiamenti politici a livello regionale, la nostra piana è sempre stata la cenerentola, anche perché non ha mai avuto una rappresentanza politica che abbia saputo dirottare le risorse in maniera oculata e nello stesso tempo corretta. Moltissimi fondi europei sono stati sprecati nel meccanismo truffaldino delle «arance di carta», che poi ha portato alla situazione attuale.



PRESIDENTE. Immagino che i colleghi mi consentiranno di assumere un'iniziativa, come Commissione, per cercare di rimediare a questa assenza di azioni e di attenzione in modo particolare sulla piana. Credo sia utile la riflessione che abbiamo fatto oggi con lei, sindaco, non soltanto per la specificità della vicenda Rosarno, ma anche per aprire uno squarcio sulle criticità dell'agricoltura in Calabria. Forse sarà utile audire anche l'assessore regionale e confrontarci con lui per cercare di comprendere, anche attraverso il PSR e gli strumenti e le risorse che ancora esistono, come poter meglio tutelare e valorizzare queste opportunità.





--------------------------------------------------------------------------------



Pag. 23



--------------------------------------------------------------------------------



ELISABETTA TRIPODI, Sindaco di Rosarno. A tale proposito, se vi sarà l'audizione dell'assessore regionale, occorre rilevare che è stata fissata, con legge regionale, in 5 ettari la misura relativa all'unità minima colturale, cosa che non consente di aiutare gli agricoltori. Infatti, nel nostro territorio questa misura non va bene perché aiuterebbe solo alcuni. Non so, però, se ci sono dei vincoli europei su questo.





PRESIDENTE. In questo modo, sindaco, apriamo un'altra vicenda. Peraltro, è ovvio che introdurre delle misure è un elemento che consente di aggregare.

Ringrazio il sindaco per la sua cortesia e anche per la sua competenza.

Dichiaro conclusa l'audizione.





La seduta termina alle 16,45.