Le esternazioni del
sottosegretario alla Protezione Civile Franco Torchia che,
impropriamente, mi accusa di attribuire responsabilità alla Regione
nella gestione dell'emergenza migranti, mi inducono ad una serie di
precisazioni.
Accusare di speculazione
politica i sindaci che ogni giorno si impegnano sul territorio a
cercare di risolvere piccole o grandi emergenze, causate da decenni
di sottovalutazione, è ingeneroso e puerile.
Trattare un'emergenza
umanitaria come se fosse sempre responsabilità di altri,
addirittura, del Ministro della Cooperazione Riccardi, assume i
connotati di una difesa debole senza che ci sia stato alcun attacco
se non la cruda realtà dei fatti.
Per amore di verità, è
bene che si sappia che il Villaggio della Solidarietà è un'opera
in costruzione che sarà completata nel 2013, su un bene confiscato
alla mafia, grazie ai fondi del Ministero dell'Interno e non una
fantasia del Ministro.
Vero è che il Presidente
della Regione Calabria aveva promesso, il giorno dell'apertura del
campo container di Testa dell'Acqua, (04.02.2011), che nella stagioni
seguenti la protezione civile regionale ne avrebbe installati degli
altri, in altri comuni della piana, per evitare una eccessiva
pressione su Rosarno, dopo i tragici fatti del 07.01.2010, che hanno
gettato discredito non solo sulla nostra città ma sulla regione
tutta.
Allora mi ero illusa che
si potesse instaurare un dialogo ed una collaborazione, a prescindere
dalla diversa collocazione politica, perché vi sono delle situazioni
e delle emergenze che chi amministra deve affrontare e risolvere
quando giovano alla collettività.
Quest'anno io ed il mio
collega di San Ferdinando, abbiamo riscontrato un atteggiamento di
totale chiusura della Regione verso il nostro grido di allarme per
una situazione che non è degna di un paese civile.
Si sta interrompendo quel
percorso virtuoso di collaborazione fra enti ed associazioni che
aveva permesso di affrontare l'emergenza stagionale, nella
consapevolezza che occorrono un paio di anni, per la realizzazione di
progetti infrastrutturali, sì finanziati nel 2012, ma non ancora
cantierabili.
La nostra richiesta di
aiuto finanziario per la tendopoli di San Ferdinando di circa 40.000
Euro, somma esigua per un bilancio regionale anche in tempi di
difficoltà finanziarie, non è stata considerata.
Così come non è stata
considerata neanche la richiesta di lenzuola o coperte, per coloro
che vivono all'aperto.
Il Prefetto di Reggio
Calabria, ha dovuto più volte rinviare il tavolo tecnico, per la
mancanza dell'interlocutore Regione Calabria che, il 28 novembre
scorso, nella persona del Dott. Zoccali, ha esplicitato
l'impossibilità di qualunque forma di sostegno all'emergenza in
atto.
Mi chiedo perché
rifiutare qualsiasi forma di collaborazione quando molte risorse
finanziarie spesso si perdono in mille rivoli?
Perché, invece di
cercare una soluzione si esterna sui giornali, accusando di
ingratitudine un sindaco che cerca in tutti i modi di evitare il
ripetersi di situazioni e di tensioni sociali che non dovranno mai
più esserci?
In un territorio già
provato da una crisi gravissima dell'agrumicultura, credo che la
Regione Calabria non possa esimersi dall'intervenire e non possa
dire” ho già fatto la mia parte.”
Probabilmente, ci sono
delle sensibilità diverse tra chi pensa che i problemi dei migranti
e dell'accoglienza siano marginali per l'immagine di una Regione e
siano solo dei territori che li ospitano e chi, invece, ritiene siano una questione di civiltà e di dignità umana che riconosce la
solidarietà, come valore fondamentale per l'uomo e la
multiculturalità come risorsa per la nostra nazione.
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