venerdì 11 novembre 2011
giovedì 27 ottobre 2011
lunedì 17 ottobre 2011
1' Forum nazionale delle amministratrici democratiche
21 e 22 Ottobre 2011 Orvieto - Palazzo dei Congressi
domenica 16 ottobre 2011
sabato 15 ottobre 2011
martedì 11 ottobre 2011

«Il Pd, in merito alla vicenda degli ulivi tagliati in contrada bosco – si legge nel documento – ribadisce la linea politica espressa dalla maggioranza in consiglio comunale, attraverso la risposta del sindaco alla interrogazione scritta dei gruppi di minoranza “Pdl” e “Scopelliti presidente”. Ritiene, inoltre, seria e delicata la vicenda e non intende nascondere o coprire (se dovessero emergere) le responsabilità di nessuno, sia a livello politico che amministrativo».
I democrat non ci stanno alle accuse di presunta ambiguità ed omertà indirizzate ai gruppi di maggioranza nei giorni scorsi: «Non è certo costume del Pd deludere la gente nelle legittime richieste di chiarezza, nè minimizzare atteggiamenti oscuri, certo è che non possiamo e non vogliamo sostituirci alle forze dell’ordine e alla magistratura».
«È evidente che le minoranze in consiglio comunale, credono, con manifesti ed interviste, di poter mettere in difficoltà una maggioranza - prosegue la nota – ma noi ci siamo sempre distinti sia per le lotte a sostegno della legalità sia per il fatto d’essere un partito politico che si è sempre schierato ed espresso, in modo chiaro, contro ogni forma di delinquenza e violenza mafiosa».
I membri del Partito Democratico medmeo continuano prendendo le distanze dal modo di fare politica che ha contraddistinto le passate amministrazioni cittadine: «Va ricordato che altri hanno taciuto e ignorato le innumerevoli violazioni compiute in passato in città. Non accettiamo, quindi, lezioni di moralità da giustizialisti dell’ultima ora – si puntualizza nel manifesto – che hanno sempre fatto del “Laissez-faire” il loro manifesto politico».
I dirigenti locali del partito di Bersani si chiedono, inoltre, a chi possa giovare «spostare l’attenzione da iniziative ed interventi dell’amministrazione, che vanno verso il ripristino del rispetto delle regole e rispondono alla voglia di cambiamento della cittadinanza». In sostanza, il manifesto palesa la voglia di attuare una politica al servizio di tutti che possa giungere a dei cambiamenti reali.
«Qualcuno sperava che Rosarno non potesse mai riprendere un cammino amministrativo virtuoso, e che la “cosa pubblica” dovesse essere intesa come “cosa nostra” – conclude il manifesto – continuando a considerare la politica un “affare da bar”. Il percorso intrapreso da questa amministrazione punta invece a ridare alla città il prestigio e la dignità perse negli ultimi anni. Ci auguriamo infine che chi, in passato, ha avuto responsabilità trovi forme e modi per collaborare alla ricostruzione del nostro paese, in modo che mai più si debba assurgere agli onori della cronaca per rivolte di immigrati, fatti di sangue o intimidazioni ad amministratori».
Francesco Comandè
martedì 4 ottobre 2011
venerdì 30 settembre 2011
In Trincea
Conversano – Nella giornata conclusiva del festival sul giornalismo d’inchiesta Caratteri Mobili, la città di Conversano ha avuto l’onore e il piacere di ospitare la giovane sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi. Il tema per il quale la dott.ssa Tripodi è intervenuta, intervistata dalla brava giornalista e scrittrice Annarosa Macrì, aveva come titolo “In trincea” e forse mai come in questo caso un titolo è stato così vicino alla realtà, dal momento che la sindaco di Rosarno, si trova da alcuni mesi alla guida di una giunta comunale completamente nuova, dopo 2 anni di commissariamento per infiltrazione mafiosa di stampo ‘ndranghetista.
Elisabetta Tripodi, da qualche settimana sotto scorta per aver ricevuto una lettera minatoria da parte del boss della piana di Gioia Tauro Rocco Pesce, viene intervistata poco prima del suo intervento nella splendida cornice del chiostro di San Benedetto. Alla luce dei suoi primi mesi di amministrazione municipale, la neo-sindaco di Rosarno viene sollecitata a rispondere sul perché una donna, professionista e madre di due figli, pensi ad un certo punto della sua vita, di stravolgere la sua tranquilla quotidianità e di lavorare “in trincea”. La risposta della Tripodi appare quasi ingenua, forse per la delicatezza e l’eleganza del suo modo di parlare; in realtà nelle sue parole traspare evidente una grande passione e un’ostinata determinazione a dare alla sua città una speranza di cambiamento, alla quale in pochi ormai credevano e credono.
La cosa di cui ci si dovrebbe stupire infatti, non è tanto che una donna coraggiosa come la Tripodi, decida di attivarsi per cambiare lo stato di cose esistente nella città che l’ha vista nascere e crescere, quanto piuttosto che questa sua decisione venga vista come un fatto strano, quasi un gesto incosulto, visti i pesanti effetti che ha avuto sulla sua esistenza. Come ribadisce la stessa Tripodi, intervistata poco dopo dalla dott.ssa Macrì, la cosa che le faceva più rabbia quando l’anno scorso ha deciso di candidarsi alla guida della città, era il fatto che le persone a lei più vicine la dissuadessero a fare tale scelta di responsabilità e le dicessero testualmente frasi come “ma chi te lo fa fare?”, “hai solo da perderci”, “non cambierà mai niente”.
L’ultima delle domande rivoltele nella nostra video-intervista, si concentra proprio su questo punto; viene chiesto alla Tripodi che cosa pensa che con la sua amministrazione potrà effettivamente cambiare a Rosarno e che cosa invece, con onestà intellettuale, si sente di ammettere che difficilmente potrà cambiare. Dalla prima all’ultima delle questioni che affronta, Elisabetta Tripodi appare serena, nient’affatto ingenua e anzi lucidissima nel proporsi in prima persona, per fare in modo che i suoi concittadini non vadano più a cercare quella speranza di cambiamento di cui lei si è fatta carico, a migliaia di chilometri di distanza. La presenza della ‘ndrangheta continuerà a farsi sentire anche dopo la sua amministrazione conclude la Tripodi; ma l’atteggiamento delle persone che vogliono una città e un’esistenza diverse dalla vita in trincea, quello sì che può e deve cambiare; per farlo però, bisogna metterci la testa e le mani nei problemi da risolvere ed Elisabetta non solo ha pensato di farlo; lo sta facendo tutti i giorni.
Massimiliano Macculi
martedì 27 settembre 2011
mercoledì 31 agosto 2011
Uno stralcio del discorso del Sindaco
Io non so chi sia il reale esecutore della lettera, ma questo poco importa. Noi siamo qui per dire che “andiamo avanti” sempre e comunque. Chi sceglie di fare il sindaco sa di esporsi a critiche feroci, a nemici, odio e vendette personali, chi fa questa scelta in questo territorio forse è da ritenersi pazzo o sognatore, perché spera che le cose possano cambiare. Oggi io voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine dimostrandomi solidarietà, ma anche quelle che hanno scelto di non darmene, perché una volta per tutte si capisce da che parte stanno.
Io voglio affermare, con forza, che non rinuncerò a fare il sindaco di questo paese. Fino ad oggi abbiamo solo cercato di far rispettare le regole, perché crediamo che l’esempio debba partire dall’istituzione locale. Non abbiamo perseguitato nessuno, abbiamo solo compiuto “atti amministrativi” dovuti e nel rispetto della legge. Dopo solo un mese dalla mia vittoria elettorale ho ricevuto una lettera, da parte della DIA, che chiedeva notizie su un immobile, acquisito dal patrimonio comunale nel lontano 2003. Io non ne conoscevo neppure l’esistenza, ho però appreso che in 8 anni nessuna amministrazione, terna commissariale compresa, precedente alla nostra aveva firmato la petizione di sgombero: noi lo abbiamo fatto, non perché quella casa fosse un simbolo o perché fosse di determinate persone, ma perché le regole sono uguali per tutti. Il nostro scopo è quello di costruire una città normale, che abbia tutti i servizi e le infrastrutture utili alla cittadinanza.
Il bilancio di questi 9 mesi è positivo: sblocco dei fondi PISU, finanziamenti per il fotovoltaico, finanziamenti per tre progetti sulla cultura, 3 milioni di euro per l’edilizia popolare, fondi per illuminare la via della stazione (che progettata senza tenerne conto) divenuta ritrovo per le prostitute straniere, abbiamo iniziato i lavori delle scuole, che per via della loro chiusura hanno causato molti disagi tra la popolazione. Forse ciò che da fastidio è che per la prima volta Rosarno ha una maggioranza che non litiga e che non per le poltrone e che ha il solo scopo di governare per il bene della collettività.
Io ho accettato di candidarmi dopo mille tentennamenti, perché penso che se vogliamo davvero cambiare le cose non dobbiamo delegare agli altri, dobbiamo prendere posizione. È finito il tempo delle collusioni, per me la lettera è un tentativo palese di delegittimazione e destabilizzazione della nostra coesione amministrativa, ma posso assicurarvi che si tratta di un tentativo miseramente fallito.
«Hanno provato a delegittimarci e hanno fallito»
ROSARNO (31 agosto 2011) – Si è concluso con l’approvazione di un documento unitario, ma non sono mancate le scintille durante il consiglio comunale “straordinario” di ieri pomeriggio, convocato dopo che il sindaco, Elisabetta Tripodi, ha ricevuto una lettera firmata da Rocco Pesce.
Tra le autorità presenti: la deputata del Pd Doris Lomoro, il consigliere regionale del Pd, Demetrio Battaglia, l’assessore provinciale all’Agricoltura, Gaetano Rao ed una nutrita rappresentanza dei sindaci del comprensorio della Piana di Gioia Tauro.
Totò Bottiglieri, presidente del consiglio, ha iniziato esprimendo solidarietà a tutti gli amministratori calabresi che, negli ultimi giorni, sono stati oggetto di attentati intimidatori.
Piena e totale solidarietà al sindaco è stata espressa dagli altri consiglieri di opposizione Aldo Borgese, Raimondo Paparatti e Mimmo Rizzo che ha detto che in un paese è facile incontrare per strada o negli anni di scuola uomini di ndrangheta «ma la convivenza non può essere confusa con la connivenza».
Peppe Papasidero ha invece risposto duramente all’intervento di Saccomanno. «Sono solidale col sindaco – ha detto – ancor di piú dopo l’intervento di Saccomanno che è in malafede. Lei -rivolto all’ex primo cittadino – deve mettersi in testa che non farà mai più il sindaco in questo paese, perchè non ne è “culturalmente” all’altezza. Mentre Elisabetta Tripodi avrà sempre noi a sorreggerla e non sarà mai sola». Sulla stessa lunghezza d’onda Andrea Il Grande. «l`unica cosa da accertare della lettera – ha detto – è chi l’ha scritta. Non c`è nessun altro dubbio da chiarire. Saccomanno ci dica quali dubbi ha».
Un’altra stoccata è arrivata da Grace D’Agata che ha affermato: «La lotta alla mafia si conduce applicando, sempre e comunque, la legge anche nelle piccole cose. Non bastano i convegni sulla legalità». Nel corso del dibattito sono intervenuti anche Mimma Varrà (Agorà), Toni Ascone (Udc) e Pippo Italiano.
«Io non so se Rocco Pesce sia il reale esecutore della lettera, ma questo poco importa. Noi siamo qui per dire per dire che andiamo avanti sempre e comunque». E’ iniziato con queste parole l’intervento di Elisabetta Tripodi. «Oggi – ha continuato – voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine dimostrandomi solidarietà, ma anche quelle che hanno scelto di non darmene perché una volta per tutte si capisce da che parte stiamo. Non abbiamo perseguitato nessuno, abbiamo solo compiuto atti amministrativi dovuti e nel rispetto della legge».
Il primo cittadino ha ricostruito anche la vicenda della casa, di cui si parla nella lettera. «Dopo solo un mese dalla mia vittoria elettorale – ha detto – ho ricevuto una lettera, da parte della DIA, che chiedeva notizie su un immobile, acquisito dal patrimonio comunale nel lontano 2003. Io non ne conoscevo neppure l’esistenza, ho però appreso che in 8 anni nessuna amministrazione, terna commissariale compresa, precedente alla nostra aveva firmato la petizione di sgombero: noi lo abbiamo fatto – ha proseguito – non perché quella casa fosse un simbolo o perché fosse di determinate persone, ma perché le regole sono uguali per tutti».
Il sindaco ha proseguito: «Ciò che da fastidio è che per la prima volta Rosarno ha una maggioranza che non litiga e che non per le poltrone e che ha il solo scopo di governare per il bene della collettività».
«È finito – ha concluso – il tempo delle collusioni, per me la lettera è un tentativo palese di delegittimazione e destabilizzazione della nostra coesione amministrativa, ma posso assicurarvi che si tratta di un tentativo miseramente fallito».
Il consiglio comunale si è concluso con l’intera platea, in piedi, a battere le mani al sindaco e con la lettura di un documento unitario di condanna a ció che è accaduto, approvato all’unanimità.
Francesco Comandè
lunedì 29 agosto 2011
Dal Sindaco i vertici dell'Arma dei Carabinieri
Il Sindaco Elisabetta Tripodi ha ricevuto questa mattina in Municipio la visita di un ben qualificata rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri. Il comandante Provinciale Colonnello Pasquale Angelosanto accompagnato dal Comandante della Compagnia di Gioia Tauro Capitano IVAN BORACCHIA e dal Comandante la Tenenza di Rosarno Tenente Stefano Santuccio, hanno infatti raggiunto Rosarno e si sono intrattenuti per circa un’ora a colloquio con il Sindaco.
Questa visita in relazione alla lettera pervenuta nei giorni scorsi il cui contenuto intimidatorio non è sfuggito evidentemente agli inquirenti ed alla magistratura che ha già avviato indagini.
“la presenza – ha dichiarato Elisabetta Tripodi- del comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Col. Angelosanto e dei suoi stretti collaboratori Capitano Boracchia e Tenente Santuccio , cui esprimo un sentito ringraziamento, rafforza il senso di una presenza e di una vicinanza delle Istituzioni che si aggiunge a quella di moltissime altre autorità e semplici cittadini. Tutto ciò ci restituisce una lettura reale e gratificante del quotidiano impegno che mettiamo al servizio della nostra città unitamente alla Giunta ed ai Consiglieri Comunali. In nessun modo – come diremo nel Consiglio Comunale- la rotta del nostro viaggio sarà modificata da atti che non sottovalutiamo ma che comunque intendiamo respingere con fermezza nell’esclusivo interesse dell’affermazione di un contesto di legalità diffusa che si trasformi in un processo di crescita di Rosarno e dei suoi cittadini.”
Questa visita in relazione alla lettera pervenuta nei giorni scorsi il cui contenuto intimidatorio non è sfuggito evidentemente agli inquirenti ed alla magistratura che ha già avviato indagini.
“la presenza – ha dichiarato Elisabetta Tripodi- del comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Col. Angelosanto e dei suoi stretti collaboratori Capitano Boracchia e Tenente Santuccio , cui esprimo un sentito ringraziamento, rafforza il senso di una presenza e di una vicinanza delle Istituzioni che si aggiunge a quella di moltissime altre autorità e semplici cittadini. Tutto ciò ci restituisce una lettura reale e gratificante del quotidiano impegno che mettiamo al servizio della nostra città unitamente alla Giunta ed ai Consiglieri Comunali. In nessun modo – come diremo nel Consiglio Comunale- la rotta del nostro viaggio sarà modificata da atti che non sottovalutiamo ma che comunque intendiamo respingere con fermezza nell’esclusivo interesse dell’affermazione di un contesto di legalità diffusa che si trasformi in un processo di crescita di Rosarno e dei suoi cittadini.”
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