venerdì 16 marzo 2012

Piana ambiente riprende la raccolta dei rifiuti


Piana Ambiente
16/03/2012 Francesco Russo, Calabria Ora

GIOIA TAURO – E dopo settimane di estenuante attesa, finalmente qualcosa si mosse. Grazie ai primi pagamenti giunti dai comuni, e in particolare da un grosso comune come Rosarno, da questa mattina rientrerà il blocco nella raccolta dei rifiuti da parte dei lavoratori di Piana Ambiente. La schiarita è arrivata nel pomeriggio di ieri, quando lavoratori e sindacati hanno acconsentito al rientro sulla base del nuovo impegno societario di pagare, dalla prossima settimana, almeno una delle tre mensilità di stipendio arretrate (dicemebre, gennaio e febbraio). Dunque un primo risultato, che consentirà quanto meno di far riprendere la raccolta e quindi di iniziare a liberare le strade della Piana dalle tonnellate di rifiuti accumulate in queste settimane di stop. Anche se è decisamente ancora troppo presto per gridare alla svolta. Da parte dei sindacati, infatti, si è registrata sostanzialmente l’ennesima “apertura di credito” nei confronti di società e Comuni. Ma la partita è tutt’altro che chiusa. Lo stato di agitazione permane, in attesa di sapere se nei prossimi giorni verranno sbloccate anche le altre due mensilità arretrate. In questo senso, dopo l’assistenza legale fornita dalla Provincia, un’altra ipotesi è stata approntata per permettere il pagamento degli stipendi direttamente dai Comuni, procedura straordinaria che si era resa necessaria per via di un pignoramento in corso da parte di privati. In questo senso, sarebbe già stata approntata, grazie al lavoro degli uffici legali di Piana Ambiente e del sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi, una nuova bozza di delibera che dovrebbe poter consentire il pagamento. Una bozza che già da domani farà quindi il giro dei Comuni perchè venga adottata al più presto attraverso le deliberazioni di giunta. In questo senso, il tempo della “melina” sembra essere scaduto, visto che in questi giorni i ritardi da parte dei Comuni sono stati vissuti dai lavoratori come il segno di una scarsa volontà di risolvere la situazione. Dunque priorità stipendi. Mentre subito dopo ci sarà da mettere mano all’altra grande questione ancora in sospeso, ovvero la liquidazione della società per dar vita ad un nuovo consorzio pubblico. Quale sarà, anche in questo caso, la volontà dei Comuni? La speranza dei lavoratori, ma anche dei cittadini che in queste settimane hanno subito i disagi dovuti al caos rifiuti, è che l’iter si possa concludere, in un modo o nell’altro, al più presto possibile.

giovedì 15 marzo 2012

Intervista dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani)

la parola ai sindaci
Foto del Sindaco della settimana
Elisabetta Tripodi
Sindaco di Rosarno
“La base per una città che funzioni è ascoltare, confrontarsi e puntare sui giovani”.
di Federica Demaria
“Ho deciso di impegnarmi in politica perché ho sentito il dovere civile di fare qualcosa, di dare il mio contributo alla società” racconta Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno che sottolinea: “Sono stata spinta soprattutto da eventi specifici che hanno abbassato il livello e la qualità della città e compromesso la sua immagine lasciando un senso di abbandono e rassegnazione. Mi riferisco allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del consiglio comunale”.
Laurea in giurisprudenza a Pavia, dove ha vissuto per diverso tempo, una carriera da funzionario, docenze e soprattutto una buona conoscenza della macchina amministrativa, Tripodi è la seconda donna sindaco a Rosarno – la prima durò appena sei mesi – una mosca bianca che ha smosso le acque e fatto da apripista ad altre colleghe; a nuovi ruoli di responsabilità.
“Il fatto che mi sia candidata ha permesso che si formasse un maggiore interesse attivo da parte delle donne della città; e, infatti, il consiglio comunale è composta da ben cinque donne su 21”. La prima volta a Rosarno, e ci sarebbero state anche in Giunta se non fosse sopraggiunta l’indisponibilità da parte di alcune a ricoprire un ruolo impegnativo in termini di orari oltre che di obblighi.
“Per questo – spiega il sindaco – nonostante non sia favorevole alle quote rosa che a mio giudizio fanno delle donne una ‘specie protetta’, ritengo che si debba intervenire in qualche modo perché in politica il gap di presenza femminile è ancora troppo elevato. Personalmente, nello svolgimento del mio lavoro cerco di impostare la mia amministrazione all’‘ascolto’, per rispondere alle esigenze di tutti e dando una mano concreta alla quotidianità delle donne madri che lavorano, ad esempio investendo parte delle scarse risorse dell’amministrazione in assistenza scolastica di pre e post scuola e trasporto, come servizio ma anche come possibilità di lavoro. Ascoltare, dialogare, confrontarsi sulle diverse esigenze è conditio sine qua non per lavorare bene e mettere le basi per una città che funzioni”.
Questo è tanto più vero in una realtà del sud come Rosarno dove le condizioni sociali ed economiche sono implicitamente ed esplicitamente condizionate dalla criminalità organizzata.
“Non è un lavoro semplice il nostro. Qui la ’ndrangeta – dice la Tripodi – incide e tutti noi dobbiamo stare attenti ad amministrare per evitare il ripetersi di infiltrazioni mafiose, ad esempio nell’assegnazione degli appalti per le opere pubbliche – un problema che peraltro credo sia ormai di livello nazionale – che poi sono “bloccate” con conseguenti ritardi non solo nella realizzazione delle stesse ma anche nell’economia generale del territorio, innescando un circolo vizioso che porta ad uno stallo da quale non si esce, ragione per la quale molti giovani e non solo sono costretti ad andare via”.
E proprio sulle nuove generazioni punta Tripodi, “per educare al rispetto delle leggi, base dalla quale nasce una società civile”, specifica il sindaco, descrivendo una serie di progetti nelle scuole atti a diffondere la  conoscenza dei fenomeni criminali, “perché solo attraverso la conoscenza dei fatti i ragazzi possono capire il l’importanza della  giustizia e la repulsione verso ogni forma di criminalità”. Dall’altro lato, questo senso civico la porta, in quanto donna, anche ad impegnarsi sulla parità di genere in diversi ambiti, partendo in primis dalla costituzione di una Consulta delle donne in Consiglio comunale alla quale saranno chiamate a partecipare diverse categorie professionali per uno stimolo a condividere problematiche, proporre iniziative a favore del comune e via dicendo. “Questo – conclude – ci serve non solo per dare spazio alle istanze di segno femminile ma più in generale, per registrare e per migliorare il lavoro collettivo e produrre investimenti fattivi sul territorio”.http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdSez=808596&idDett=35223

Intervista Rai due








martedì 13 marzo 2012

Lettera del Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia)

Egr. Sig. Sindaco, il dibattito apertosi in occasione dell’ultima seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Rosarno, con ordine del giorno, l’ordine pubblico e la sicurezza in città, non lascia indifferenti il sottoscritto e l’Organizzazione Sindacale di Polizia (Siap) che oggi rappresenta, bensì suggerisce una profonda riflessione sulla “questione Rosarno”. I numerosi fatti di criminalità che continuano ad affliggere questa città; la carenza di opere infrastrutturali in grado di valorizzare il territorio ed includerlo nel circuito turistico, dal quale ormai prepotentemente ne è stata estromessa l’intera Piana di Gioia Tauro; la pressione mafiosa sulle attività commerciali ed imprenditoriali della zona e sull’intera società civile; alcune scelte del Governo, come ad esempio quella di trasferire il Reparto Prevenzione Crimine della Polizia da Rosarno ad altra sede, dimostrano l’inesorabile abbandono di questa terra da parte delle istituzioni centrali e mortificano i sacrifici di quanti, cittadini, amministratori locali e forze dell’ordine, ogni giorno contrastano con tutte le proprie forze il decadimento sociale, ambientale e culturale che incombe, come ombra minacciosa ed inquietante, sui nostri territori. Scelte di governo dettate dall’emergenza e l’assoluta impreparazione dinanzi a fatti straordinari, come la recente rivolta degli immigrati, sono la dimostrazione dell’assenza di concrete politiche sociali a livello nazionale in grado di creare sviluppo e prospettiva in questa terra e della mancanza di un fronte compatto in grado di contrastare l’oppressione della ‘Ndrangheta nel tempo. La politica dell’emergenza, come ad esempio militarizzare un’intera città a seguito di fatti straordinari, non vuol dire tutelare i cittadini di Rosarno, ma significa non aver programmato e progettualizzato una seria politica dello sviluppo e non aver affermato con fermezza sul territorio la presenza delle istituzioni e dello Stato. Ritengo che privare Rosarno di un presidio di Polizia come il Reparto Prevenzione Crimine, punto di riferimento per molti cittadini e spesso ultimo baluardo tra la convivenza civile ed il caos totale, rappresenti il fallimento della politica nazionale di sviluppo del Sud e la frustrazione di quella parte della società civile che, attraverso sforzi ed iniziative finalizzate allo sviluppo ed alla salvaguardia del territorio, vede vanificato il proprio impegno. Noi apprezziamo l’attività ed il coraggio della Giunta Comunale che Lei guida, appoggiamo la battaglia quotidiana alla cultura mafiosa portata avanti dalla Sua amministrazione, e non possiamo che ribadire il nostro impegno al fianco di cittadini onesti di Rosarno, sul campo ed in tutte quelle sedi amministrative dove potremmo far sentire le nostra voce, che è voce anche di chi invoca di non essere abbandonato. Nonostante la presenza del Commissariato di Gioia Tauro che estende la propria competenza anche sul Suo comune, ciò non è sufficiente a garantire la sicurezza dei cittadini e la tutela dell’ordine pubblico in un’area così tristemente contrassegnata dal fenomeno mafioso. Il Comm.to di Gioia Tauro  chiamato a gestire la prevenzione e la sicurezza nel territorio rosarnese, a volte a causa dell’enorme carico di lavoro dovuto all’aerea di competenza, si trova costretto a fare scelte ove i risultati sono sotto gli occhi di tutti, ossia manca un adeguato controllo del territorio, con la conseguenza che cittadine come Rosarno e San Ferdinando restano a volte prive della dovuta vigilanza.. Il lavoro, il coraggio, il sacrificio, la volontà di cittadini e dei rappresentanti delle forze dell’ordine da soli non sono sufficienti. Occorre che a Rosarno  anche il governo centrale investa, nel sociale, nelle economia e nella sicurezza, affinché questa terra fissi con fermezza la propria presenza. Magari istituendo, perché no, un ulteriore Commissariato di Polizia che diventi un punto di riferimento per tutta la cittadinanza. L’invito, dunque, da Lei rivolto ai Consiglieri Comunali di “fare squadra per difendere la città dagli attacchi criminali”, trova nelle donne e negli uomini della Polizia ed in specie della nostra organizzazione sindacale - Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) dei nuovi destinatari ed alleati.

sabato 3 marzo 2012


I Deputati della Commissione agricoltura a Rosarno

(AGI) - Reggio Calabria, 3 mar. - Una delegazione della commissione Agricoltura della Camera dei deputati, composta dai parlamentari Nicodemo Oliverio del Pd e da Giovanni Dima del Pdl, partecipera', martedi' prossimo, all'incontro sulla situazione agrumicola della piana di Rosarno. I deputati, sollecitati dal sindaco della citta' calabrese Elisabetta Tripodi e dal presidente regionale di Coldiretti Pietro Molinaro, prenderanno parte all'assemblea in programma martedi' 6 marzo per fare il punto con gli agricoltori sulle conseguenze derivanti dalla decisione di Coca-Cola Corporation di disdire i contratti di fornitura delle arance con i produttori calabresi dopo l'inchiesta pubblicata dal quotidiano "The Ecologist". Ad annunciare la missione dei parlamentari e' il presidente della commissione Agricoltura Paolo Russo: "Oliverio e Dima, relatori dell'indagine conoscitiva sugli illeciti in agricoltura attivata dalla XIII commissione proprio dopo la rivolta di Rosarno del 2010, ascolteranno le istanze dei protagonisti della filiera agrumicola verificando la possibilita' di interventi normativi per affrontare con soluzioni strutturali i problemi di un settore afflitto da crisi e distorsioni che affondano le radici anche negli iniqui prezzi corrisposti dalle industrie ai produttori agricoli. La commissione - sottolinea Paolo Russo - si impegna a recepire le sollecitazioni che emergeranno dalla manifestazione e si attivera', nel rispetto dei propri compiti istituzionali, per favorire un rapporto piu' equilibrato all'interno della filiera e per tutelare i prodotti del made in Italy. Non e' un caso che si guardi con attenzione anche alla proposta di legge che prevede l'aumento delle percentuali di frutta nelle bevande a base di agrumi rispetto a quelle attualmente consentite dalla legge". (AGI)

mercoledì 29 febbraio 2012

Coca Cola disponibile al confronto


La Coca Cola si dichiara disponibile ad un confronto



"Siamo pronti a sederci con i fornitori e le autorita' locali, tra cui il sindaco di Rosarno, per discutere possibili allineamenti strategici a lungo termine in grado di garantire un futuro di business reciprocamente vantaggioso con i produttori di succhi locali e, attraverso di loro, con le cooperative locali e gli agricoltori. Per Coca-Cola e' importante essere radicati nel tessuto economico nazionale e per questo cerchiamo di mantenere il piu' possibile a livello locale la nostra catena di approvvigionamento agricolo. Localmente impieghiamo 4,000 persone e, indirettamente, si stima che 46,600 persone lavorino nella nostra catena di approvvigionamento". "Da molti anni The Coca-Cola Company sta lavorando per sostenere pratiche di lavoro  corrette .  Stiamo ora verificando con i nostri fornitori locali, le autorita' e le parti interessate come effettuare audit dei fornitori alla fonte. Stiamo anche verificando il ruolo attivo che Coca-Cola puo' avere nel facilitare la discussione e gli standard in modo da assicurare condizioni di lavoro e di salario dignitose per i lavoratori immigrati. Con riferimento alle ultime notizie rispetto ad uno specifico produttore di succo nella area di Rosarno, confermiamo che il nostro attuale contratto stagionale con questo fornitore si sta concludendo e non e' stato rinnovato. Questa decisione e' stata operata prima che uscisse qualsiasi notizia e non ha nulla a che vedere con le accuse sulle condizioni di lavoro. Siamo interessati a questa area in Calabria come fonte per un succo di alta qualita' e vorremmo contribuire al suo sviluppo negli anni a venire" (Adnkronos)

lunedì 27 febbraio 2012

Risposta al comunicato del PDL di Rosarno


                                                        
Appare patetico il tentativo del PDL di Rosarno di addossare alla mia persona ed a tutto il centrosinistra che amministra la città, la presunta colpa sulla volontà della Multinazionale Coca-Cola di non rinnovare il contratto che la lega ad un'industria di trasformazione di agrumi di Rosarno e di soffiare nuovamente sul fuoco di una contrapposizione fra i migranti ed i cittadini rosarnesi che tanti problemi ha causato all'immagine della comunità.
Indegno è affermare che ho dipinto i rosarnesi come aguzzini, indegno, da parte di chi si fregia di rappresentare un certo numero di elettori, è disconoscere gli sforzi fatti dalla mia persona e da tutta la maggioranza per difendere i rosarnesi dall'accusa di essere razzisti e veicolare all'esterno una Rosarno che può e vuole voltare pagina, nel nome e nei valori della legalità.
Il PDL, forse, dimentica che è compito di chi oggi amministra la Regione e la Provincia dare sollievo e soluzioni vere ad un comparto agrumicolo che rischia di morire.
Il PDL di Rosarno dimentica che nell'audizione alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, di un anno fa, appena eletta, ho denunciato la situazione drammatica degli agricoltori di Rosarno.
Il PDL finge di non conoscere il comunicato della Coca-Cola che si dichiara disponibile ad aprire un tavolo con i fornitori, le autorità locali ed il Sindaco al fine di garantire accordi vantaggiosi per i produttori di succhi e tramite loro con le cooperative e gli agricoltori.
La speculazione politica dovrebbe avere la decenza di arrestarsi quando sono in gioco posti di lavoro per decine di persone e non serve a nulla individuare un capro espiatorio, un nemico da abbattere, ma piuttosto serve interrogarsi sull'incapacità di voler bene ad una città che il PDL ha amministrato per lunghi anni lasciando solo macerie.
                                                   

  IL SINDACO
Elisabetta Tripodi                                                                                     

venerdì 24 febbraio 2012

Città Metropolitana




tripodielisabetta
Intervista sulla Città Metropolitana
Cosa può cambiare nei destini di Rosarno con la realizzazione di Reggio Città metropolitana?

Se la Città Metropolitana una volta delineata dal punto di vista amministrativo coinciderà con l’intero territorio provinciale non cambierà nulla, sarà solo un diverso “nomen” per individuare un ente sovracomunale, quindi, non enfatizzerei più di tanto la nascita della Città Metropolitana, rispetto al ruolo oggi svolto dalla Provincia. E’ chiaro che in termini di rappresentanza politica ci troveremmo sicuramente in difficoltà perché sarebbe più arduo far sentire le istanze del territorio della Piana di Rosarno, insisto su questa definizione geografica che è sparita dall’informazione giornalistica.

Ma nell’ottica di un ridisegno delle competenze degli Enti ed in un momento storico di grande fibrillazione e messa in discussione di tante certezze del passato Rosarno verso dove guarda?

Vi sono dei territori a Nord di Rosarno con i quali ci legano comunanze e scambi commerciali ed omogeneità di territori agricoli. Un piano integrato con questi comuni non lo vedrei male anche perché stiamo già elaborando il Piano Strutturale Associato insieme ad alcuni comuni limitrofi della Provincia di Reggio Calabria ed al comune di San Calogero  (VV). Siamo dei precursori in questo senso.

E le popolazioni in tutto ciò che ruolo svolgeranno?

Credo che un referendum confermativo ai sensi dell’art. 133 della Costituzione consentirebbe alle popolazioni di esprimersi sulla volontà di far parte di un’aggregazione territoriale piuttosto che di un’altra valutandone i vantaggi. E’ un  modo altamente democratico che però rende necessario che la gente sia informata compiutamente dell’argomento per decidere in modo consapevole.

Al Ministro Fornero


Nel mese di dicembre 2011 il Presidente della Giunta Regionale Scopelliti e l’assessore Regionale al Lavoro Stillitani hanno inviato alla Sua attenzione un documento, sottoscritto da tutte le sigle sindacali, nel quale si evidenziava lo stato di profondo disagio di questi 5000 lavoratori, impiegati da oltre 15 anni nella pubblica amministrazione, e si chiedeva la convocazione di un tavolo tecnico presso il Ministero per approfondire la tematica e trovare delle soluzioni per il loro futuro lavorativo.
Ci permettiamo di scriverle nella qualità di sindaci di paesi calabresi che nei loro comuni usufruiscono del lavoro di tanti LSU/LPU, senza i quali, sicuramente, molti servizi legati ai cittadini non potrebbero essere assicurati.
Proprio perché il loro lavoro è divenuto indispensabile non ci sembra corretto che una categoria di lavoratori sia discriminata e che venga consentito una sorta di “lavoro nero”. Infatti, questi uomini e queste donne, nei 15 anni di attività non hanno mai ricevuto alcun contributo previdenziale percependo un assegno dall’INPS come disoccupati di circa 500 euro al mese per 20 ore di lavoro settimanali.
L’attuale legislazione limitativa in materia di assunzioni negli enti locali ed i tagli alle loro finanze impediscono a molti comuni l’effettuazione di concorsi pubblici loro riservati, condannandoli ad un destino di precariato perpetuo.
Comprendiamo le difficoltà oggettive di questo momento di crisi economica ma non possiamo sottacere la necessità di far sentire la nostra voce per una maggiore dignità e per i diritti di questa categoria di lavoratori che da troppo tempo aspettano provvedimenti governativi che gli consentano di uscire dal limbo di coloro che in virtù di una legge nazionale lavorano per gli enti ma non hanno alcun rapporto di dipendenza con gli stessi e sono solo degli “utilizzati”.
Confidando in un positivo riscontro, porgiamo distinti saluti.


Il Sindaco di Rosarno
Elisabetta Tripodi